La Chiesa ha bisogno di laici maturi, che siano “corresponsabili” della sua missione universale e non considerati semplici “collaboratori” del clero. Lo afferma Benedetto XVI nel Messaggio inviato ai partecipanti al Forum internazionale di Azione Cattolica in corso a Iaşi, in Romania. La vostra Associazione, ha auspicato inoltre il Papa, sia in questo tempo “un laboratorio di globalizzazione della carità”. Il servizio di Alessandro De Carolis
La distinzione è andata accentuandosi nei secoli, ma all’anno zero della Chiesa la questione neanche si poneva: pastori e laici “erano un cuor solo e un’anima sola”. E a questo esempio di unità il Papa indirizza gli sguardi dei tanti membri dell’Azione Cattolica – 35 nazioni e 4 continenti di provenienza – che da ieri a sabato prossimo sono nella città romena di Iaşi per la sesta plenaria del loro Forum internazionale.
I laici nella Chiesa – sostiene con chiarezza Benedetto XVI – sono invitati a vivere da protagonisti della missione ecclesiale, e dunque essendone “corresponsabili” assieme ai sacerdoti e non ridimensionati a meri “collaboratori del clero”. Una dignità ben più alta e impegnativa, dunque, che il Papa – collegandosi peraltro al tema centrale del raduno in Romania – delinea e sottolinea affermando con intensità: “Sentite come vostro l’impegno ad operare per la missione della Chiesa: con la preghiera, con lo studio, con la partecipazione attiva alla vita ecclesiale, con uno sguardo attento e positivo verso il mondo, nella continua ricerca dei segni dei tempi. Non stancatevi di affinare sempre più, con un serio e quotidiano impegno formativo, gli aspetti della vostra peculiare vocazione di fedeli laici, chiamati ad essere testimoni coraggiosi e credibili in tutti gli ambiti della società”.
I laici, ribadisce Benedetto XVI, possono con la loro esperienza aiutare i pastori “a giudicare con più chiarezza e opportunità” sia nelle cose dello spirito che in quelle del mondo. Ma proprio in quanto chiamati in prima linea a essere testimoni del Vangelo, i laici hanno – scrive – la responsabilità di annunciarlo con “linguaggio e modi comprensibili nel nostro tempo”: in un modo rapido a cambiare pelle, è questa la “sfida della nuova evangelizzazione”.
E stringendo la riflessione sull’impegno specifico dell’Azione Cattolica, Benedetto XVI ricorda che essa ha “come tratto fondamentale quello di assumere il fine apostolico della Chiesa nella sua globalità”, in equilibrio tra Chiesa universale e Chiesa locale. “Assumete e condividete – esorta quindi il Papa – le scelte pastorali delle diocesi e delle parrocchie, favorendo occasioni di incontro e di sincera collaborazione con le altre componenti della comunità ecclesiale, creando rapporti di stima e di comunione con i sacerdoti, per una comunità viva, ministeriale e missionaria. Coltivate relazioni personali autentiche con tutti, a iniziare dalla famiglia, e offrite la vostra disponibilità alla partecipazione, a tutti i livelli della vita sociale, culturale e politica avendo sempre di mira il bene comune”.
“In questa fase della storia”, e in sintonia con la vostra storia associativa – conclude Benedetto XVI – rinnovate l’impegno a “camminare sulla via della santità” e “alla luce del Magistero sociale della Chiesa, lavorate anche per essere sempre più un laboratorio di ‘globalizzazione della solidarietà e della carità’, per crescere, con tutta la Chiesa, nella corresponsabilità di offrire un futuro di speranza all’umanità, avendo il coraggio anche di formulare proposte esigenti”.
Fonte: Radio Vaticana