Faisalabad (AsiaNews) – Un omicidio brutale, dai contorni ancora incerti, ha scosso la comunità cristiana in Pakistan già segnata dalla vicenda della bambina disabile incarcerata per blasfemia a Islamabad, l’11 enne Rimsha Masih (cfr. AsiaNews 19/08/2012 Islamabad, 11enne disabile cristiana arrestata per blasfemia; 300 famiglie in fuga). Il 21 agosto scorso la polizia di Faisalabad ha rinvenuto in un luogo isolato il cadavere orribilmente mutilato di Suneel Masih, orfano cristiano originario della città, scomparso due giorni prima.
Per cogliere la ferocia degli assassini bastano le parole affidate ad AsiaNews di un ufficiale di polizia, che ha chiesto l’anonimato perché non autorizzato a parlare con la stampa: “È la prima volta – ha affermato l’ispettore – che mi trovo al cospetto di un simile assassinio”. Il corpo è stato trovato con orecchie, naso e lingua strappati, le membra staccate dal corpo, il ventre squarciato e gli organi interni (fra cui fegato e reni) prelevati, forse per essere venduti al mercato nero. Gli assassini hanno infine versato dell’acido sul suo volto, forse per renderlo irriconoscibile.
Gli inquirenti non hanno sinora aperto un fascicolo di inchiesta sul terribile assassinio del 14enne orfano cristiano, i cui funerali si sono svolti ieri alla presenza di leader della minoranza e politici locali. Per le vie di Faisalabad si è anche snodata una marcia di protesta, durante la quale la gente ha chiesto più volte “giustizia” per il 14enne Suneel Masih (nella foto). Domani si svolgerà l’autopsia sui resti del ragazzino, per chiarire se vi sia stata anche violenza sessuale prima della morte.
Secondo il racconto di alcuni testimoni informati sui fatti, il 19 agosto scorso Suneel – studente della classe 5a – si è recato in un negozio del Liberty Market per acquistare una maglietta. Quella sera il ragazzo non è rientrato a casa e la famiglia ha lanciato l’allarme. Una ricerca disperata, che si è rivelata inutile e cui è seguita la denuncia alla polizia per smarrimento. Due giorni più tardi, il 21, gli agenti hanno rinvenuto in un’area industriale isolata il cadavere del ragazzino, orribilmente mutilato.
La comunità cristiana è sotto shock e chiede a gran voce giustizia, forse invano perché sinora la polizia non ha nemmeno aperto un’inchiesta ufficiale. Interpellato da AsiaNews p. Nisar Barkat, direttore diocesano della Commissione nazionale di Giustizia e pace della Chiesa cattolica pakistana (Ncjp), si appella al governo e alle forze dell’ordine perché assicurino i colpevoli alla giustizia “il prima possibile”. La comunità cristiana, aggiunge il sacerdote, si sente insicura e non smette di pensare a questo orribile caso. Indù e cristiani “vivono in preda alla paura”. Gli fa eco il parlamentare cristiano del Punjab Joel Aamir Sohotra, secondo cui “questo brutale omicidio pone una seria riflessione sulle libertà di cui godono le minoranze, perché “non siamo al cospetto dell’assassinio di un ragazzino cristiano, ma alla libertà di tutte le minoranze”.
L’avvocato cristiano Kamal Chughtai conferma di non aver mai visto “un fatto simile, con questa dose di crudeltà in tutta la mia vita”. Egli condanna “con forza” questa “atrocità” e chiede l’arresto immediato dei colpevoli. E se non verranno consegnati alla giustizia in due giorni, come promesso dalle forze dell’ordine, tutti i cristiani della città scenderanno in piazza per chiedere giustizia.
Fonte: Asianews