Mentre la situazione del clero e di chi ricopre ruoli di comando nella Chiesa si fa sempre più apertamente e così gravemente immorale da chiarire il perché dei mutamenti dottrinali e della diffusione dell’eresia (basti pensare all’accettazione della sodomia e dell’adulterio o alla predicazione sull’uguaglianza delle religioni), rileggere le lettere di Suor Lucia, la veggente di Fatima (alcuni testi sono reperibili presso l’Associazione Madonna di Fatima), serve sia a gettare luce su quanto sta avvenendo sia a comprendere l’unica via d’uscita possibile, sebbene ignorata dalla maggior parte dei vescovi e dei cardinali.
La veggente, nel 1958, rivelò a padre Agustin Fuentes cosa stava accadendo alla Sposa di Cristo secondo quanto le era stato rivelato dalla Madonna: «Il demonio ha ingaggiato la lotta decisiva, cioè finale, dalla quale uno dei due uscirà vittorioso o sconfitto: o siamo con Dio, o siamo col demonio».
Più avanti, parlando dei pastori e dei vescovi, chiarì che Satana, per traviare tutto il popolo, avrebbe usato soprattutto loro, perché «ciò che offende soprattutto il Cuore Immacolato di Maria e il Cuore di Gesù è la caduta delle anime dei religiosi e dei sacerdoti.
Il diavolo sa che per ogni religioso o sacerdote che rinnega la sua santa vocazione», ossia la fedeltà a Cristo e alla sua Rivelazione, «molte anime sono trascinate all’inferno.
Per questo il diavolo brama di impossessarsi delle anime consacrate. Cerca in ogni modo di corromperle, per addormentare le anime dei fedeli e condurle alla peggiore impenitenza».
In una lettera datata 16 settembre 1970, la suora addolorata, ribadiva: «Povero Nostro Signore… Quanto malamente viene servito!
È doloroso vedere così tanto disorientamento in così tante persone che occupano posizioni di responsabilità!… Questo accade perché il diavolo è riuscito ad insinuare il male a guisa di bene ed ora essi si comportano come ciechi che guidano altri ciechi», ma d’altra parte la responsabilità è anche dei laici perché «le anime non fanno nulla per evitare d’essere ingannate».
Suor Lucia chiarisce quindi che al di fuori dell’Infallibilità papale in determinati pronunciamenti, l’anima del fedele è chiamata a discernere, ossia ad esercitare la ragione illuminata dalle verità millenarie contenute nel Magistero della Chiesa.
Come disse san Paolo ai Galati: «Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema!».
Chi obbedisse ciecamente senza discernere sarebbe quindi altrettanto responsabile della sua perdizione: «Verrà il tempo – dirà san Paolo a Timoteo – che non sopporteranno più la sana dottrina…si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie».
Ma se il panorama appariva a suor Lucia così terribile già allora, oggi si fatica a comprendere come sia possibile accettare quanto sta accadendo nella Chiesa senza scomporsi.
In una lettera del 12 aprile sempre del 1970 la veggente parlava già di un “disorientamento diabolico” che «invade il mondo» ma che è «oramai è entrato anche nella Chiesa», come constatò negli stessi anni da papa Paolo VI (“Il fumo di satana è entrato nella Chiesa”).
Il termine “disorientamento diabolico” si riferisce sicuramente alla confusione dottrinale, ma è quantmeno singolare che oggi una delle eresie più in voga nella Chiesa usi lo stesso termine faziosamente al contrario per giustificarsi: “Orientamento sessuale”.
In ogni caso, di qualsiasi natura sia il male, nella missiva si legge esplicitamente che bisogna combatterlo, perché molti pavidi, fra cui anche le guide, non si sono opposti.
E le armi della lotta ripetute dalla veggente sono quelle che le ha suggerito la Madonna che ha «raccomandato che si reciti il Rosario tutti i giorni, poiché Ella ha ripetuto questa richiesta in tutte le apparizioni», affinché «in questi tempi di disorientamento diabolico, non dobbiamo lasciarci ingannare da false dottrine che fanno diminuire l’elevazione della nostra anima a Dio per mezzo della preghiera».
Poi la suora spiega perché, «a parte il tempo da dedicare alla Santa Messa, dobbiamo anche trovarne per recitare il Rosario…dobbiamo e possiamo fare entrambe le cose», altrimenti «è come se nella parte materiale si privassero le persone del pane necessario alla vita».
Nella missiva del 16 settembre, parlando dell’attacco al Rosario e della riduzione del ruolo di Maria nella disegno della salvezza interna alla Chiesa, sottolinea: «È il Rosario che alimenta la piccola fiamma della Fede, che ancora non si è spenta del tutto in molte coscienze.
Anche per quelle anime che pregano senza meditare, il semplice atto del prendere la corona per pregare è già un ricordo di Dio, del Soprannaturale… Perciò il demonio gli ha fatto tanta guerra.
La cosa peggiore è che è riuscito a illudere e a ingannare anime piene di responsabilità per via della carica che occupano! … Sono ciechi che guidano altri ciechi!».
E nella lettera del 12 aprile aggiunge: «Quanto alla ripetizione dell’Ave Maria, non è una pratica antiquata come vogliono far credere… Potrebbe allora l’Apostolo credere che l’orazione di Maria non sia tanto gradita a Dio, quanto la nostra?», ripetendo che la colpa è del «disorientamento diabolico che invade il Mondo e inganna le anime!» e che «bisogna fargli fronte».
Infatti, ribadisce la veggente, sebbene «il popolo, nella sua maggioranza, è ignorante in materia religiosa», da cui «deriva la grande responsabilità di chi ha l’incarico di guidarlo», la responsabilità cade anche su di esso che «si lascia trascinare dove lo portano».
Oltre al Rosario la via d’uscita rivelatale dall’Alto viene descritta sempre nella lettera da lei indirizzata a padre Fuentes: «I rimedi ultimi dati al mondo sono il Santo Rosario e la devozione al Cuore Immacolato di Maria».
Poi nella lettera del 16 settembre aggiunge come rimedio la riparazione, che la Madonna aveva chiesto a lei, Giacinta e Francesco fin da quando erano piccoli: «Io mi sacrifico volontariamente e offro la mia vita a Dio, per la pace nella Sua Chiesa, per i sacerdoti e tutte le anime consacrate, e specialmente per coloro che continuano a comportarsi così erroneamente e per quelli che vengono ingannati! Per i nostri Fratelli allontanatisi».
Infine, suor Lucia svelò al sacerdote il pericolo più grande per la Chiesa, sempre riportando cosa gli chiese la Madonna: «Mi disse che, esauriti gli altri mezzi disprezzati dagli uomini, ci offre con tremore l’ultima ancora di salvezza: la SS. Vergine in persona, le sue numerose apparizioni, le sue lacrime, i messaggi di veggenti sparsi in tutte le parti del mondo; e la Madonna disse ancora che, se non la ascoltiamo e continuiamo l’offesa, non saremo più perdonati».
Infatti il rifiuto da parte della Chiesa della Madonna e tutti i suoi moniti e raccomandazioni, spesso ridotte a devozionismo facoltativo, secondo la veggente sarebbe il peccato peggiore, quello contro lo Spirito Santo: «Quando Dio è costretto a punire il mondo, prima di farlo cerca di correggerlo con tutti gli altri rimedi possibili.
Ora, quando vede che il mondo non presta alcuna attenzione ai Suoi messaggi… ci offre “con un certo timore” l’ultima possibilità di salvezza, l’intervento della Sua Santissima Madre.
Lo fa “con un certo timore” perché, se anche quest’ultima risorsa non avrà successo, non potremo più sperare in nessun tipo di perdono dal Cielo, perché ci saremo macchiati di quello che il Vangelo definisce un peccato contro lo Spirito Santo», ossia «il rifiuto, pienamente consapevole e volontario, della possibilità di salvezza che ci viene offerta.
Non dimentichiamo che Gesù Cristo è un Figlio molto buono e non ci permetterà di offendere e disprezzare la Sua Santissima Madre.
La secolare storia della Chiesa conserva le testimonianze dei terribili castighi inflitti a quanti osarono attaccare l’onore della Sua Santissima Madre… È urgente, Padre, che ci si renda conto della terribile realtà. Non si vuole riempire le anime di paura, ma è solo urgente richiamo».