Evidenti segnali di debolezza arrivano dal Vaticano. Per il quinto anniversario dell’elezione di colui che in quattro o cinque anni, secondo i suoi maggiori promotori, avrebbe dovuto rifare la Chiesa, il responsabile del dicastero per la comunicazione, commettendo un’imperdonabile quanto maldestra falsificazione, presenta al mondo una lettera di Benedetto XVI di deciso appoggio al successore.
Peccato che la lettera risalga a più di un mese prima e che la copia distribuita ai giornalisti sia stata tagliata con un banale ritocco informatico; sebbene ci sia una testimonianza secondo cui il testo, in conferenza stampa, sarebbe stato letto nella sua integralità, nessuno dei navigati vaticanisti – tranne uno – nota, stranamente, la manipolazione e tutti danno unanimemente fiato alle trombe per dar risonanza planetaria allo smaccato intervento di sostegno del “Papa emerito”… il quale, in realtà, si era limitato a rispondere alla missiva privata con cui lo zelante monsignor Viganò gli chiedeva una prefazione per la collezione di undici volumetti sulla teologia di papa Francesco che stava per essere lanciata in occasione dell’anniversario.
Nella parte omessa, con la consueta signorilità, l’anziano pontefice lasciava intendere di non aver letto la collana e di non aver la minima intenzione di leggerla (visto, fra l’altro, che uno degli autori è un “teologo” promotore, a suo tempo, di «iniziative antipapali»).
Vien pertanto da chiedersi su cosa mai si basi l’apprezzamento, espresso poco sopra, della «profonda formazione filosofica e teologica» di Bergoglio, che dovrebbe smentire uno «stolto pregiudizio» sulla sua persona.
Ohibò! Non avevamo mai sentito il mite Ratzinger esprimersi con tanta durezza se non su temi gravissimi dell’attualità ecclesiale; tanto meno eravamo avvezzi a vederlo difendere se stesso da un pregiudizio contrario: non l’ha fatto neanche in circostanze eccezionali, come, per esempio, quando trecento preti austriaci hanno firmato una pubblica contestazione nei suoi confronti.
Che dire? Quella parte della lettera su cui si è costruito il caso… non è da lui. Un falso da capo a fondo?
O, alla base, c’è piuttosto un appunto cui lo zelante segretario, “servo di due padroni”, ha poi dato forma calcando un po’ la mano per soddisfare le attese del “committente”?
È difficile allontanare questo sospetto, tanto più dopo la confidenza di un vescovo emerito molto vicino a Benedetto XVI, il quale, in una delle ultime visite, gli avrebbe intimato: «Mi raccomando, continui a difendere la Tradizione da quello là», come abitualmente – commento del prelato – lo designa.
In ogni caso, l’operazione così indecente di Viganò è costata, nel tentativo di salvare la faccia, un “rimpasto” del dicastero con le sue dimissioni e il contestuale riciclaggio in altra veste; ma soprattutto, oltre a danneggiare seriamente la credibilità dell’attuale establishment vaticano, essa fa pensare che le stiano proprio inventando tutte per cercar di risollevare la figura del “riformatore” da un innegabile crollo di popolarità e per difenderla dalle sempre più ampie e incontestabili critiche, se il Sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, si è sentito in dovere di rivelare che il papa regnante è ferito al cuore dall’accusa di aver tradito la dottrina della Chiesa.
Egli stesso, pochi giorni fa, si è ridotto a rassicurare i pellegrini polacchi presenti all’udienza generale sul fatto di essere al corrente che i Sacramenti non vanno dati a chi non è in stato di grazia: una risposta indiretta alle ben centoquarantamila firme che han raccolto in Polonia per chiedere ai loro vescovi di non deflettere dalla verità cristiana sul matrimonio?
Roba da matti: un papa che, anziché confermare i fedeli, deve protestare la propria ortodossia… O è un modo per screditare ulteriormente l’istituzione del papato, o è un segno dell’estrema debolezza di questo personaggio, la cui fortuna si regge unicamente sul favore politico e mediatico.
Ormai sempre più gente si interroga sul motivo per cui non risponda a chi legittimamente gli chiede spiegazioni sul suo insegnamento, causa di divisione e disorientamento, come pure su quello per cui, dopo cinque anni, non si è ancora vista alcuna riforma effettiva della Curia che non consista nella concentrazione dei poteri nelle mani di pochi e nella defenestrazione delle persone sgradite.
È un modo di governare che sa poco di ecclesiale, ma molto di sovietico, con tanto di “ministero della propaganda” incaricato di incensare il capo del partito con ridicole mistificazioni.
Dov’è il tanto necessario risanamento morale ed economico che i suoi elettori si aspettavano? Nell’obbligare una fondazione americana a sborsare venticinque milioni di dollari a favore dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata, travolto da uno scandalo finanziario che ha lasciato una voragine di quasi un miliardo di euro?
Oppure nel farsi pagare i viaggi da uno speculatore senza scrupoli come George Soros, fra i principali promotori di gender, aborto e contraccezione?
Dov’è la tanto millantata tolleranza zero verso gli abusi su minori? Nell’imporre alla diocesi cilena di Osorno, ignorando le violente proteste, un vescovo che ha coperto un prete pedofilo, sebbene la documentazione fosse disponibile?
Oppure nel nominare arcivescovo di Milano il vicario generale, che nel 2012 – appena due anni dopo la bufera scatenatasi con la crisi degli abusi e ad onta delle severissime prescrizioni di Benedetto XVI – ha fatto orecchie da mercante di fronte alla denuncia presentata dai genitori di un quindicenne violato da un prete (da lui spostato in un altro oratorio!) e ha mentito in proposito alla magistratura civile?
Oppure nel lasciar decadere, nel dicembre scorso, la commissione vaticana di prevenzione degli abusi senza rinnovarle il mandato, considerate le forti resistenze interne denunciate da un suo membro dimessosi per questo anzitempo, Mary Collins?
O ancora nel lasciare che la lobby gay del Vaticano continui a spadroneggiare indisturbata malgrado ripetuti e gravissimi scandali, fra cui quello del Preseminario San Pio X (Qui), prelibata riserva di caccia di certi monsignori?
Proprio per insabbiare quest’ultimo caso, di una gravità inaudita, hanno trasferito alla sede di Como, diocesi che gestisce la struttura, un uomo di loro fiducia con il compito di metter tutto a tacere, così da liberare da ogni fastidio il munificentissimo arciprete di San Pietro, che su quel seminario avrebbe dovuto vegliare.
È un turpe intreccio di sesso, denaro e potere di cui, a questo punto, non si può ragionevolmente dubitare che Bergoglio sia complice.
Ma in fondo è questo pontificato stesso che è contro natura, perché opera in modo contrario ai fini e alle caratteristiche stabilite dal divino Fondatore della Chiesa.
È vero che tale modalità operativa del tutto estranea all’essenza soprannaturale del Corpo Mistico, in quanto lo tratta come un qualsiasi organismo politico, è purtroppo osservabile fin dagli ultimi anni di Pio XII: quegli infiltrati, come padre Agostino Bea e padre Annibale Bugnini, che durante il suo regno lo avevano influenzato in modo coperto, si scatenarono poi con i successori.
Essa, tuttavia, non aveva ancora raggiunto il vertice, pur potendo già contare, fin dal Concilio Vaticano II, su pontefici che, un po’ per la loro formazione culturale, un po’ per i giochi di Curia di cui, volenti o nolenti, erano prigionieri, potevano prestarsi inconsapevolmente al gioco.
Ora, invece, la sovversione parte direttamente dall’apice, grazie alla tenace opera cospiratrice di un pugno di cardinali che sono riusciti a collocare il loro uomo nella sede petrina. Ma la realtà, violentata, prima o poi si ribella e sempre più credenti osano alzar la voce, disgustati da questo osceno spettacolo che supera la più fervida immaginazione.
La Chiesa sta vivendo il suo Venerdì Santo e deve quindi passare per la morte di croce per poter risorgere, come il suo Sposo.
Quest’ineluttabile vicenda non esclude però che quanti desiderano prender parte alla futura rinascita la preparino fin d’ora con la propria collaborazione.
Sul Calvario, la Madre del Salvatore fu l’unica ad associarsi al Suo sacrificio per cooperare alla Redenzione in modo che anche noi, nati dall’unica offerta di entrambi, potessimo farlo. Ora i Suoi figli, consacrati al Suo Cuore Immacolato, devono imitarla attivamente in modo che il loro sacrificio sia fruttuoso e affretti la risurrezione.
Ella ci ricorda che il Figlio, lasciandosi mettere a morte, è sceso vittorioso agli inferi e li ha fatti esplodere con la Sua potenza divina; mentre il Suo corpo ancora riposava nel sepolcro, la Sua anima liberava i prigionieri.
Accettando dunque la croce per volontà di Dio, non ci condanniamo all’impotenza, bensì operiamo in modo soprannaturale perché la Chiesa della terra esca rinnovata dagli inferi e torni a vivere in tutto il suo splendore.
Già si notano segni di risveglio: tanti e tanti cattolici che non accettano l’immoralità dilagante e la sfacciata impostura di una parte della gerarchia.
Non arrendiamoci, ma denunciamo con coraggio ciò che osserviamo, perché chi danneggia la Chiesa sia corretto o estromesso.
Sulle derive liturgiche o dottrinali, per ora, non c’è modo di intervenire, ma sullo sfacelo morale sì, perché è perseguibile a livello ecclesiastico o civile.
Se siete al corrente di scandali, scrivete alla Parrocchia virtuale per sapere come intervenire. Non è possibile che siano soltanto prostituti o giornalisti spregiudicati (*) a sollevare certi veli: il clero indegno va rimosso con le buone o con le cattive, dall’ultima parrocchia di periferia alle più alte stanze vaticane.
Gli infami che, con l’attuale pontefice, si sentono ormai del tutto legittimati devono essere una buona volta stanati, specie quelli che hanno spinto Benedetto XVI alle dimissioni.
Chi lavora entro le mura leonine ne vede e ne sente di tutti i colori: scriva con un profilo fittizio mantenendo l’anonimato, magari da una postazione pubblica… ma che si sappia cosa succede là dentro, perché si possa intervenire nei limiti del possibile, in modo che l’imminente castigo sia meno severo e la risurrezione più meritevole.
Deus dissipavit ossa eorum qui hominibus placent: confusi sunt, quoniam Deus sprevit eos (Sal 52, 6). (**)
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(*) Si riferisce a quei giornalisti che hanno pubblicato libri scandalistici sul Vaticano a scopo meramente commerciale e per fama personale e non per amore di verità.
(**) Traduzione: Dio ha disperso le ossa di coloro che sono graditi agli uomini, sono confusi perché Dio li ha respinti.