«Golfo mistico». Romanzo di Roberto Bonaventura

golfo misticoE’ sempre arduo recensire un’opera di Roberto Bonaventura, un artista poliederico che spazia dalla musica alla spiritualità ed ora, dopo l’incredibile raccolta di aforismi “L’ermeneutica dei sospiri”, ci presenta un’altra sua inaspettata produzione, addirittura un romanzo, “Golfo mistico”. (acquistabile su Amazon)

Già sul titolo bisogna interrogarsi. L’immagine del golfo di Napoli, che campeggia sulla copertina con lo sfondo di una, ricostruita, esplosione del Vesuvio, condurrebbe il lettore a una visione misticheggiante di una terra molto amata dall’autore e fra le più belle del mondo.

L’aggettivo scelto riconduce invece anche ad un’altra vena artistica del Bonaventura, la musica, che nei teatri viene suonata nella buca dove alloggia l’orchestra, il cosiddetto “golfo mistico”, appunto. Geniale metafora con cui un unico titolo riassume significati multipli che stanno tutti a identificare le varie anime dell’autore e introduce alle storie che il romanzo fa vivere.

Storie che sono diversi percorsi di vita i cui epiloghi si ricapitolano fisicamente nella capitale della bellezza: la splendida e contradittoria città di Napoli.

Sembra banale affermare, ma non scontato, che lo stile del romanzo rispecchia in parole le caratteristiche della musica di Roberto Bonaventura, che è melodica e armoniosa, sapientemente calibrata fra una classicità rimodernata e nuove sonorità, ma qui però è senza il sottofondo di quella vena di struggente nostalgia che talvolta emerge dalle sue composizioni  più intimistiche.

Nel suo romanzo infatti, salvo rari momenti di oscurità tenebrosa, è tutto un tripudio di luci, e poi melodie, profumi e viste spettacolari alternate a scorci caratteristici e quasi pittoricamente narrati, nulla lasciando all’immaginazione ma tutto minuziosamente descritto, come a guidare il lettore attraverso un itinerario di viaggio e di memoria storica.

Non è da credere però che la narrazione didascalica dei luoghi e dei personaggi che li animano sconfini in una pedantesca erudizione descrittiva: lo stile del romanzo è, al contrario, vivacissimo, travolgente e con un finale molto avvincente. Tale lettura è resa gradevolissima e scorrevole anche grazie a un lessico straordinariamente ricco di vocaboli originalmente usati.

Gli stessi protagonisti delle storie, così come i comprimari, sono minuziosamente descritti nel fisico e, cosa più importante, nell’anima, così da renderli indelebili archetipi di un’umanità che ama, soffre, cerca e trova soluzione solo nel Dio della vera Storia e del vero Amore.

L’autore li coglie tutti in un momento preciso della loro vita, ancora in nuce, quando ognuno di loro è sospeso nell’attesa di un evento che, sospirato o inconsapevole, cambierà per sempre il corso della loro esistenza.

I protagonisti sono giovani, belli, innamorati della vita o delusi da essa, con storie positive o tragiche alle spalle, ma con un filo conduttore che li accomuna: tutti, abbracciandolo o rifiutandolo, hanno conosciuto il Dio cattolico.

Molto interessante è anche l’accostamento della bellezza assoluta dei luoghi e delle figure positive del racconto con le brutture dell’altra faccia di Napoli, quella dei vicoli e del malaffare. Contraddizioni estreme queste che attengono ad una città segnata da secoli di ingiustizie e che fatica a ritrovare il suo antico splendore di cui restano, anche se talvolta diroccate, le vestigia di una storia ormai lontana e che l’autore via via ci rappresenta.

Ma Roberto Bonaventura sembra che voglia coprire con uno sguardo di compatimento benevolo anche le vittime di realtà subìte più che cercate.

Si potrebbe dire che in questo romanzo trionfa la manzoniana “provvidenza” di un Dio che riscatta l’ingiusta sofferenza e dà ragione alla fede perseverata oltre ogni razionale aspettativa.

Un libro che contiene quindi tematiche a più livelli, come si è già detto, e che ricapitola le avventure umane in una visione estetica e trascendente della vita. Ne emerge un affresco sempre nuovo e sempre identico, che tratteggia con i colori delle varie espressioni dell’Arte passioni e sofferenze, amori e speranze, rifiuti e fiducia in Dio.

 

Paola de Lillo