Se vogliamo quindi che Dio regni in noi, in nessun modo «regni il peccato nel nostro corpo mortale» (Rm 6, 12). Mortifichiamo le nostre membra che appartengono alla terra (cfr. Col 3, 5). Facciamo frutti nello Spirito, perché Dio possa dimorare in noi come in un paradiso spirituale.
Regni in noi solo Dio Padre col suo Cristo. Sia in noi Cristo assiso alla destra di quella potenza spirituale che pure noi desideriamo ricevere. Rimanga finché tutti i suoi nemici, che si trovano in noi, diventino «sgabello dei suoi piedi» (Sal 98, 5), e così sia allontanato da noi ogni loro dominio, potere ed influsso.
Tutto ciò può avvenire in ognuno di noi. Allora, alla fine, «l’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte» (1 Cor 15, 26).
Allora Cristo potrà dire anche dentro di noi: «Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?» (1 Cor 15, 55; cfr. Os 13, 14).
Fin d’ora perciò il nostro «corpo corruttibile» si rivesta di santità e di incorruttibilità; e ciò che è mortale cacci via la morte, si ricopra dell’immortalità del Padre (cfr. 1 Cor 15, 54).
Così regnando Dio in noi, possiamo già godere dei beni della rigenerazione e della risurrezione.
Origene – Dall’Ufficio delle letture di oggi.
Nell’immagine S. José Sanchez Del Rio, il bambino morto in nome di Cristo Re, nel giorno della sua prima comunione.
Approfondimento: José Sanchez è santo