Inizio a credere che il problema del Pontificato attuale sia solo un problema di poste, ne convenite? Ho raccolto tre indizi e quindi ne ho la prova. Il primo indizio è la quantità crescente di lettere che vengono spedite al Santo Padre, ma dopo mesi ancora non arrivano alla meta, costringendo così gli autori a rendere pubbliche le dichiarazioni delle missive: si tratti dei Dubia cardinalizi, della correctio filialis o di altri interventi di singoli teologi, quali l’ultimo del padre Thomas G. Weinandy, O.F.M (che pare sia stato costretto dal suo Vescovo a dimettersi da membro della commissione teologica internazionale).
Firmata e imbustata nella memoria di S. Ignazio di Loyola, la confessio del cappuccino fino ad oggi non è riuscita a raggiungere le scrivanie pontifice – come altrimenti spiegarsi l’assenza di risposte, almeno in nome del bon ton? – e allora ecco che il teologo pur di farsi sentire è costretto a pubblicare le proprie riflessioni.
Il secondo indizio è il fatto che il Papa sia costretto a ricorrere alla Nuova Bussola Quotidiana per far avere il suo parere, nella fattispecie sto pensando alla correctio paternalis mossa al card. Sarah.
Ma davvero un bravo corriere o un telefono – nei primi anni di pontificato devono averli consumati tutti – non è riuscito ad assolvere il delicato compito di raggiungere gli appartamenti cardinalizi? E sì che si lamentano tutti che ‘sti appartamenti siano pure belli grossi!
Il terzo indizio è il conio del francobollo Vaticano commemorativo della riforma luterana: Lutero e Melantone inginocchiati ai piedi del crocifisso.
Non mi è chiaro chi farebbe la parte di Maria e chi di san Giovanni, ma tanto cambia, ormai uno si sceglie il sesso che vuole, per cui non mi scandalizzerei se Lutero stesso, poni caso, venisse proclamato donna ed elevato a culti specifici.
In ogni caso, posto che il luteranesimo è definitivamente condannato da Trento, è ovvio che il nuovo francobollo non rispecchia la visione cattolica, ne consegue che qualcosa lì nelle Poste vaticane è andato storto.
E nell’attesa che i postini vaticani si ravvedano, restiamo con le parole di padre Weinandy: “Mi sono spesso chiesto: “Perché Gesù ha lasciato che tutto questo accada?”
L’unica risposta che mi viene in mente è che Gesù vuole manifestare proprio quanto debole sia la fede di molti all’interno della Chiesa, anche fra troppi dei suoi vescovi.
Ironia della sorte, il suo pontificato ha dato a coloro che sostengono punti di vista teologici e pastorali rovinosi la licenza e la sicurezza di uscire in piena luce e di esibire la loro oscurità precedentemente nascosta.
Nel riconoscere questa oscurità, la Chiesa umilmente sentirà il bisogno di rinnovare se stessa e così continuare a crescere in santità”.
Fonte: Campari & De Maistre