Il Prefetto della Congregazione della Fede, il cardinale Gerhard Mūller, ha concesso una lunga intervista – circa mezz’ora – alla televisione cattolica americana EWTN. Nell’incontro con Raymond Arroyo il porporato – il cui mandato quinquennale è in scadenza al prossimo luglio – ha toccato molti temi: la confusione nella Chiesa che è seguita ad Amoris Laetitia; l’invito a parlare in Vaticano a Paul Erlich, uno storico esponente del neo-malthusianesimo (nel 1967 scrisse un articolo prevedendo una grave crisi alimentare per il pianeta, che però non si è verificata: “La battaglia per alimentare tutta l’umanità è persa.
Negli anni 1970 il mondo subirà carestie – centinaia di milioni di persone stanno per morire di fame”); la riconciliazione con la Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Questo è il link all’intervista su YouTube.
Per quanto riguarda Amoris Laetitia, il cardinale ha detto che “E’ assolutamente impossibile che il Papa, come successore di San Pietro, il Vicario di Cristo per la Chiesa universale presenti una dottrina che sia apertamente contro le parole di Gesù Cristo”.
Il papa e il magistero sono “semplicemente gli interpreti” delle parole di Cristo, e “la dottrina dell’indissolubilità matrimoniale è assolutamente chiara”.
E per quanto riguarda l’accesso ai sacramenti, riguarda solo coloro “che vivono come fratello e sorella”, dopo una “conversione del cuore, penitenza”, e hanno l’intenzione di non peccare di nuovo. E’ impossibile vivere con due mogli, ha aggiunto, “Non accettiamo la poligamia”.
Per leggere un testo più ampio sull’argomento vi rimandiamo alla Nuova Bussola Quotidiana.
Raymond Arroyo poi ha toccato un punto che ci riguarda personalmente. Nel dicembre del 2016 abbiamo scritto di licenziamenti sommari e ingiustificati in Curia. Il titolo dell’articolo era: Francesco, la Curia e il governo. Episodi che rendono perplessi. Ma questo Papa è buono?
EWTN ha ripreso a suo tempo Stilum Curiae, e Arroyo nell’intervista ha chiesti: “La storia è che sono stati sommariamente licenziati dal Papa e che Lei ha fatto resistenza. La storia è vera?”.
Il card. Mūller ha risposto:
“Si, è vera. Sono a favore di un trattamento migliore per i funzionari della Santa Sede. Perché non possiamo solo parlare di Dottrina Sociale, dobbiamo anche rispettarla.
E il papa stesso ha detto ci sono vecchi comportamenti delle Corti, siamo assolutamente contro questo genere di trattamenti e dobbiamo licenziare le persone solo se fanno degli errori.
I criteri per i nostri collaboratori nella nostra Congregazione sono ortodossia, integrità di vita sacerdotale e morale e la competenza nella materia, e questa è la posizione che ho preso, io non sono un uomo di corte. Sono un vecchio professore tedesco, siamo molto chiari”.
Arroyo: ha concluso: “Sì, questo era il reportage, e Lei era molto preoccupato…” e Mūller ha ammesso di sì.
È chiaro che ci fa piacere che un racconto delicato venga confermato da una fonte così autorevole.
All’epoca subimmo non pochi attacchi per aver raccontato una storia che mostrava la contraddizione evidente fra la misericordia predicata a parole, e l’arbitrio praticato nei fatti.
Dalle parole di Mūller si evince anche qualche cosa di più: che nel Vaticano del 2017, quarto anno di regno, i comportamenti da corte sono ancora in vigore, se a dispetto della resistenza del Prefetto i tre ufficiali sono stati licenziati.
Un’ultima cosa. Nella conferenza stampa sull’aereo che lo riportava da Fatima a Roma il Pontefice ha parlato del problema degli abusi, e della Congregazione per la Dottrina della Fede.
“C’è poca gente, abbiamo bisogno di più gente capace di seguire questo. Il Segretario di Stato e il cardinale Müller stanno cercando nuovo personale.
Si è cambiato il direttore dell’ufficio disciplinare della Congregazione per la dottrina della fede, che era bravissimo ma un po’ stanco ed è tornato in patria per fare lo stesso lavoro con suo episcopato”.
Il direttore dell’ufficio disciplinare era uno dei tre ufficiali licenziati arbitrariamente. E non era affatto stanco. E non aveva nessun desiderio di tornare in patria.
Senza contare che licenziamenti così arbitrari e repentini, senza una causa, lasciano sempre un’ombra sulle vittime: siamo tutti maligni e portati a pensare: chissà che cosa avrà combinato.
Una brutta storia, condita da una – come possiamo chiamarla? – “imprecisione” verbale del Papa.
Fonte: Stilum Curiae