Perché l’immigrazione piace tanto a sinistra – di Giuliano Guzzo

immigratoMi rendo conto di svelare il segreto di Pulcinella, ma la corale alzata di scudi del centrosinistra italiano contro i sospetti levatisi in questi giorni sulle attività delle Ong, rende urgente la ri-sottolineatura di un aspetto a molti già chiaro, ma a troppi – temo – non ancora, ossia i motivi per cui a quella parte politica, in particolare in casa Pd, sta così a cuore l’intoccabilità di quanti garantiscono la permanenza dei flussi dei cosiddetti migranti sulle nostre coste.

Motivi che sono essenzialmente di due tipi. Il primo è certamente economico: l’accoglienza di queste persone – che spesso viene effettuata in modo ben poco umano – alimenta un business enorme, a molti zeri, da parte di cooperative che però non solo affatto solamente rosse.

Infatti la vera ragione per cui i progressisti hanno a cuore l’immigrazione è un’altra, ed è squisitamente elettorale. Perso o comunque ridotto il bacino operaio, a sinistra da anni guardano a quello dei “nuovi italiani”.

Perché se è vero che non tutti gli stranieri votano a sinistra, anzi – i romeni hanno in genere forti difficoltà a votare così («per loro sinistra-uguale-Ceausescu», osservava anni fa il sociologo Ilvo Diamanti) -, dall’altra pare gli immigrati (nello specifico la comunità mussulmana e quella cinese) abbiano un giocato un ruolo per garantire, a Milano, quel 3,4% in più che ha consentito a Beppe Sala di prevalere su Stefano Parisi. Per un Pd che non governa più città come Roma e Torino, non si tratta di un dettaglio.

Un altro esempio significativo è quello francese: la grande moschea di Parigi, negli scorsi giorni, ha invitato tutti i musulmani di Francia a «votare in massa» per Emmanuel Macron: considerando che con stime che arrivano fino al 10% della popolazione totale, la Francia vanta il più gran numero di mussulmani in Europa, direi che non si tratta di cosa da poco.

Conosco già le obiezioni: non tutti i migranti intendono restare in Italia, non tutti sono islamici e soprattutto, a oggi, non possono certo votare. Vero. Ma domani? E poi come si fa a negare che un atteggiamento di apertura (almeno a parole: vedi Capalbio), verso costoro possa non suscitare o accrescere in molti degli immigrati in Italia simpatia elettorale verso il centrosinistra?

Chiaramente nessun politico di sinistra ammetterà di essere favorevole all’immigrazione – o comunque di non volerla limitare come farebbero i cosiddetti populisti – per mere ragioni elettorali. Anzi, la sola ipotesi verrà rigettata con sdegno.

Tuttavia, dato dei veri statisti in Italia non se ne vedono ma invece i politici abbondano – e la prima qualità dei politici è pensare non alle prossime generazioni ma alle prossime elezioni (come recita una frase famosa attribuita a De Gasperi ma in realtà del predicatore e teologo americano James Freeman Clarke (1810-1888) – state certi che a sinistra agli immigrati pensano eccome. Un sospetto gratuito? Non direi.

E poi, come ammoniva Andreotti – questa frase celebre è davvero sua – a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina.

 

Fonte: il blog di Giuliano Guzzo