Da domani, 15 settembre, fino a domenica 18 si svolge a Genova il 26esimo Congresso Eucaristico nazionale: «L’Eucaristia sorgente della missione: ‘Nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro’» è il tema. Alle 20.30 di giovedì avrà luogo, in piazza Matteotti, la messa di apertura del Congresso, che sarà presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, presidente della Cei e “inviato speciale” del Papa, che non sarà presente.
La giornata di venerdì sarà caratterizzata dalla visita dei delegati a 46 luoghi simbolici, «dove le 14 opere di misericordia spirituale e corporale vengono esercitate quotidianamente»: carceri, ospedali, centri di accoglienza e di ascolto, scuole, mense per i poveri. L’appuntamento principale di sabato 17 prevede a partire dalle 16.45 la solenne adorazione eucaristica nella cornice del Porto Antico.
La messa conclusiva, preceduta dalla processione delle confraternite italiane, si svolgerà in piazzale Kennedy alle 10.30 di domenica e sarà presieduta dal cardinal Bagnasco.
Sul significato del Congresso eucaristico e dell’Eucarestia nella vita della Chiesa abbiamo chiesto un contributo a suor Irene Abis, Monaca dell’Adorazione Eucaristica del monastero di Pietrarubbia (PU).
Il mare, un faro e un porto, quello di Genova, faranno da cornice al prossimo Congresso Eucaristico Nazionale, il 26esimo di una serie iniziata nel 1891 sulle coste di un altro golfo della penisola, quello di Napoli.
La storia dei Congressi Eucaristici era allora agli albori: il primo, di portata internazionale, si era svolto nel 1881 a Lille, in Francia, su impulso dei figli spirituali di San Pier Giuliano Eymard, il sacerdote che oppose alle eredità giansenista e ateo-razionalista della Rivoluzione francese il rimedio dell’Eucaristia, ”fonte e culmine” della vita cristiana.
La fede nel Cristo Salvatore che viene incontro all’uomo nell’ostia manducata o adorata andava rinnovata costantemente nel popolo, e difesa dai colpi delle eresie che, fin dal I secolo, ne avevano fatto oggetto di dubbio, di menzogna, quando non di scherno e di persecuzione.
Pochi ricordano che la Rivoluzione francese era iniziata a Parigi, il 4 maggio 1789, con una processione del Corpus Domini che aveva riunito sotto le insegne dell’Eucaristia tutti i ceti sociali.
L’insanabile divisione interna alla Chiesa rovesciò presto le sorti a favore dei rivoluzionari insofferenti all’ancien regime e al potere ecclesiale. Il furore giacobino travolse, nel giro di un decennio, anche le chiese d’Oltralpe.
A Ischia di Castro, nel viterbese, il 19 febbraio 1789, una novizia francescana, la Beata Maddalena dell’Incarnazione (1770-1824), nata a Porto Santo Stefano, situata fra il Monte Argentario e il Mar Tirreno, ricevette l’ordine del Signore di fondare le Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento.
La persecuzione napoleonica e l’esilio non le impedirono di realizzare l’opera di Dio che rispose al violento “secolo dei lumi” con il fulgido “Lume” dell’Eucaristia.
Scopo essenziale dell’Opera dei Congressi eucaristici internazionali (1875) fu quello di promuovere il culto eucaristico per riparare gli oltraggi della ostile società modernista, e radunare il popolo cristiano attorno alla Croce di Cristo, al mistero salvifico della Sua morte e risurrezione.
Le processioni pubbliche, le adorazioni e le iniziative che animavano i primi Congressi furono spesso oggetto di persecuzioni e di veti del potere temporale.
La prima nazione ad accogliere l’invito ad organizzarsi su scala locale fu l’Italia, con il Congresso eucaristico di Napoli. Ogni Congresso è preceduto da lunghi mesi di incontri, di riflessioni sullo stato attuale della società in cui la Chiesa si trova a operare perché l’evangelizzazione risulti efficace, raggiunga il cuore dell’uomo in profondità.
Esso diventa anche occasione per la Chiesa di acquisire progressivamente le riforme che la riguardano da vicino come, per citare un esempio, quella Liturgica che ha attraversato parte del XX secolo.
Gli strascichi delle ideologie rivoluzionarie, che negli ultimi decenni sono camuffati sotto altri volti e nomi (femminismo, laicità, post-modernità, scientismo…), sfidano incessantemente la Chiesa a cercare risposte che diano speranza, a salvare anime.
L’ Eucaristia, come accade per una città stretta fra le altezze dei monti e l’infinito orizzonte del mare, sia la fonte di vita da contemplare che spinge alla missione, alla partecipazione ad ogni uomo del frammento di eternità in essa racchiuso.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana