Cari romani, farete la fine dei parmigiani. Solo tagli ai servizi e report sugli scontrini

Virginia RaggiAnticipiamo un articolo tratto dal numero di Tempi in edicola da giovedì 9 giugno (vai alla pagina degli abbonamenti) – Ora, perdonatemi, ma vivo a Parma. Vorrei provare a raccontarvi la storia del Movimento 5 Stelle a Parma, sine ira et studio. Ma penso sia inutile. Virginia Raggi, nella migliore delle ipotesi, sarà il curatore fallimentare del Comune di Roma: i romani che la eleggeranno a sindaco non si troveranno in una situazione molto differente da quella in cui si sono trovati i parmigiani quando hanno eletto Federico Pizzarotti, se non che la Raggi appare più scolarizzata e disinvoltamente tecno-nichilista. Quasi una sorella bruna della Boschi.

Il Movimento 5 Stelle abita ormai il vuoto sistematico di offerta politica nell’area della sinistra e preda opportunisticamente il consenso dei ceti medi abbandonati in pasto alla globalizzazione dal centrodestra.

Ma il Movimento 5 Stelle non è di sinistra, come non lo è, ovviamente, il Pd di Renzi. Lo impareranno presto i romani “de sinistra” che voteranno la Raggi, sperando che torni a scorrere latte e miele dalle fontane del welfare. Ma sbagliano doppiamente.

Primo, scordatevi il Beppe Grillo che ha scritto il pamphlet contro la schiavitù dei precari con la prefazione di Stiglitz. I grillini, visti da vicino, si indispettiscono quanto Renzi a parlare di disoccupazione e povertà, e hanno in bocca solo imprese e innovazione: non si capisce chi fa il verso a chi. Vedrete. Solo modernità, altro che pizza e fichi. E non gli si può parlare se non via cavo. Paura dei microbi.

Secondo, in questa nuova Italia neocentralista e senza sovranità nazionale, non c’è più un becco di un quattrino per le amministrazioni locali, e i sindaci, già in condizioni normali, rischiano di ridursi a fare i commissari ad acta, dal primo giorno del loro insediamento fino alla fine del mandato.

Quindi, cari romani, il massimo che otterrete saranno report periodici sugli scontrini di assessori e consiglieri, ma quando ci sarà da tagliare sugli asili nido, aspettatevi un Monti, più Monti di Monti. A Parma è stato così. Conti un po’ più in ordine, se va bene, ma rigorosamente «niente da cena».

Ma, direte voi, avremo la democrazia diretta. Parteciperemo. Vorrei potervi raccontare del ringhiante giacobinismo con cui i pentastellati parmigiani hanno tenuto alla larga chi voleva aiutarli, arrivando a mettere alla berlina telematica chi rispondeva ai loro bandi.

Vorrei potervi documentare l’olimpica indifferenza nei confronti di autorità civili e religiose che li sollecitavano per problemi sociali come quello degli sfratti. Oh, certo. Avrete un’amministrazione trasparente. Così trasparente che manco riuscirete a vederla.

Fonte: Tempi.it