“Trentacinque euro al giorno da destinare all’accoglienza di gente di passaggio, mentre effettivamente tanti italiani e miei diocesani se la passano male è illogico e forse ingiusto”. Lo dice monsignor Domenico Caliandro, arcivescovo di Brindisi- Ostuni.
Eccellenza, il vescovo Negri ultimamente ha detto che talvolta nel fare la carità ci occupiamo maggiormente di chi viene da lontano, i migranti, che dei poveri locali, condivide?
“Da un punto di vista rigorosamente finanziario, il problema non riguarda la Chiesa cattolica che, come noto, va avanti grazie all’aiuto dei fedeli.
La Chiesa va incontro alle esigenze di tutti e lo vediamo nelle mense con la presenza di moltissimi italiani. Indubbiamente, mi riferisco alla politica dello stato, spendere trentacinque euro al giorno per gente che viene da fuori ed è di passaggio, e di fatto a fondo perduto, mentre tanti italiani neppure possono comperarsi le medicine, è illogico ed anche ingiusto.
La gente stenta a capirlo. Genera involontariamente una sorta di guerra tra poveri e inimica i migranti alla gente del posto. Inoltre, lo abbiamo visto con alcune inchieste, bisognerebbe fare chiarezza sulla gestione della carità e dell’ accoglienza”.
Esiste la tendenza, magari involontaria, ad essere più solidali con i migranti?
“ In alcuni casi succede, forse perchè i profughi fanno più notizia. La carità, che deve essere diretta verso tutti senza distinzioni, parte, Scrittura alla mano, dai vicini per giungere ai lontani. Penso che sia arrivata ora di badare ai poveri di casa nostra con la stessa intensità con la quale guardiamo ai migranti. Non meno, nè più, ma ci sia parità di considerazione”.
Esiste un rischio di islamizzazione dell’ Europa e dell’Italia?
“ Il compianto cardinale Biffi sul tema aveva ragione. Indubbiamente abbiamo il dovere cristiano dell’accoglienza. Quando il povero bussa alla porta si apre senza badare al colore della pelle o alla condizione sociale, però fare entrare tutti senza se e senza ma, non risponde a criteri di prudenza e di buon senso.
Occorre sapere organizzare con ragionevolezza i flussi migratori. Il rischio della islamizzazione è da prendere in considerazione, anche su base demografica, visto che loro si riproducono con elevato tasso e noi abbiamo natalità prossima allo zero. Ho il timore che nel tempo, seguendo questa tendenza, loro saranno maggioranza e ci imporanno il loro stile di vita e il modello loro confacente”.
Austria e Ungheria alzano barriere. Che cosa dire?
“ Da un punto di vista cristiano dissento. Però, secondo la normale prudenza che pure è virtù cristiana, capisco, non me la sento di condannare totalmente”.
Possiamo convivere con l’Islam?
“ Non tutti gli islamici sono terroristi o violenti e il dialogo sia benvenuto. Però occorre dire che loro nelle nostre città non sempre sanno o vogliono integrarsi e vivono sulla base del Corano che in tanti passi è incompatibile con la nostra civiltà”.
Bruno Volpe
Fonte: La Fede Quotidiana