Padre Khalil Samir Khalil: “Papa Francesco è mal consigliato sull’Islam”

padre Khalil Samir KhalilIn una recente e non smentita intervista al giornale la Croix, Papa Francesco ha detto che il Vangelo, alla pari del Corano, ha insita una idea di conquista. Per suffragare questa tesi, ha citato il brano del Vangelo di san Matteo nel quale il Signore invita gli Apostoli ad andare per il mondo ammaestrando  tutte le genti. Commentando quel passo, infatti, Bergoglio ha detto, nella citata intervista, che anche il Vangelo ha come il Corano, una ispirazione di conquista, realizzando, almeno su tal punto, una equiparazione tra Vangelo e  il Corano.

Per caprine di più, abbiamo intervistato padre Khalil Samir Khalil, egiziano, filoso, teologo al Pontificio Istituto Orientale, gesuita e conoscitore dell’Islam, collaboratore sul tema di Papa Benedetto XVI.

Padre Khalil è corretto dire che sia il Vangelo che il Corano  hanno entrambi un ideale di conquista?

“ No. E’ una intepretazione inesatta. La differenza è questa, tradotta in sintesi: il Vangelo propone, l’ islam impone  con la forza, e non è da poco. Nel Vangelo non leggiamo mai di un Signore con le armi in mano, mentre Maometto tra il 622 e 632 ha combattuto in  prima persona facendo la guerra, lo ricaviamo dalla sua prima biografia.

Il Vangelo ha superato la legge del taglione presente nell’ Antico Testamento e lo stesso Gesù, lo vediamo nel racconto della Passione, ha rimproverato Pietro quando ha tagliato l’ orecchio a  chi voleva catturarlo e lo ha rimesso a posto. Dunque, il Vangelo non ha alcuna logica o intento di conquista, ma solo di annuncio pacifico e volontario della Buona Notizia,a costo della morte in Croce”.

E allora da che cosa nascono queste interpretazioni?

“ Non lo so. La sola cosa che posso dire è che non risponde al vero. Disinformare  non è cristiano.  Certe affermazioni arrivano da chi evidentemente non ha  compreso  il Vangelo o non conosce tutto il Corano o non si avvale di buoni consiglieri. Per abbordare questi temi  bisogna avere serietà e competenza specifica. Non basta una intervista”.

Un credente può criticare il  Papa?

“ Parto dalle interviste. Io sono favorevole a  che il Papa dialoghi e si confronti con tutti ed è un bene. Però esiste il risvolto della medaglia, il rischio che le sue parole vengano male interpretate o persino distorte. In quanto alla critica del Papa, un cattolico non può farlo quando si tratta di atti del Magistero, ma non quando parla nelle interviste allora sì. In questo caso, è possibile criticare, certamente con toni rispettosi ed educati. Del resto, anche io recentemente ho mosso critiche al Papa quando ha parlato di Islam. E’ un diritto e direi persino un dovere, quello  di fare chiarezza, in modo  sobrio ed educato”.

L’ atteggiamento di Papa Francesco sull’ Islam la convince?

“ Penso che sia troppo buonista, occorre avere maggior equilibrio. Io comprendo molto bene che lui, diplomaticamente, vuole salvare i rapporti col mondo islamico e ha ragione. Fa bene anche ad evidenziare quello che di buono ha l’Islam ed è giusto dire che non tutto l’ Islam o gli islamici sono violenti o terroristi.

Ma occorre anche evidenziare le cose che non vanno e questo male non sempre è mostrato con la necessaria  forza. Ritengo che per parlare con cognizione di causa di argomenti tanto rilevanti bisogna avvalersi di consiglieri esperti, di consultarli. Spero che il Papa oggi abbia del consiglieri autorevoli e  bravi sull’Islam. Ma in tutta sincerità  e viste certe uscite, non sono del tutto sicuro di questo”.

Bruno Volpe

 

Fonte: La Fede Quotidiana