«Grazie alla loro fedeltà erano al posto giusto nel momento giusto, pronte all’arrivo dello Sposo». Il martirio delle quattro missionarie della carità, avvenuto lo scorso 4 marzo ad Aden, nello Yemen, è stato raccontato così a suor Rio da suor Sally, superiora del convento e unica religiosa sopravvissuta al massacro. La cronaca dei fatti è stata poi messa nero su bianco da suor Adriana e riportata dal National Catholic Register.
IL MASSACRO. Le cinque donne, dopo aver partecipato alla Messa quotidiana e dopo aver fatto colazione, si erano riunite nuovamente per la preghiera di apostolato recitata ogni giorno alle otto, per poi tornare presso la casa in cui accudivano i malati. Alle 8.30 gli uomini dell’Isis «vestiti di blu sono entrati hanno ucciso le guardie e l’autista», ha scritto suor Adriana.
Allarmati, cinque cristiani etiopi «hanno cominciato a correre per avvertire le suore che l’Isis voleva ucciderle». Ma «legati agli alberi, freddati con un colpo in testa e lasciati con la testa fracassata» sono stati uccisi.
Le suore sono scappate a due a due in differenti direzioni, mentre la superiora correva al convento per avvisare padre Tom. Intanto quattro dipendenti gridavano: «Non uccidete le suore, non uccidete le suore!». Anche loro sono stati assassinati. I fondamentalisti hanno quindi raggiunto suor Judith e suor Reginette, «le hanno legate, hanno sparato nelle loro teste e le hanno frantumate».
La stessa scena si è ripetuta immediatamente in seguito, quando anche suor Anselm e suor Marguerite sono state massacrate. Suor Adriana ha parlato di un gesto dettato dall’ira del diavolo, un richiamo al passaggio biblico in cui si dice che la Madonna «schiaccerà la testa del serpente».
QUESTO È UN MIRACOLO. Vedendo le donne e i dipendenti del convento uccisi, e trovando la porta della cella frigorifera aperta, suor Sally è entrata, «ma gli uomini dell’Isis erano ovunque e la cercavano, sapendo che le suore erano cinque».
E sebbene siano entrati «almeno tre volte nella cella» e la suora non si sia nascosta rimanendo in piedi dietro la porta, «non l’hanno vista. E questo è un miracolo».
Intanto padre Tom, sentendo le urla, ha consumato tutte le ostie tranne quella più grande e ha disperso l’olio della lampada gettandolo nell’acqua.
Quando l’Isis lo ha raggiunto «un vicino li ha visti caricare padre Tom sulla loro macchina». Tutti gli oggetti sacri sono stati distrutti: «la Madonna, il Crocifisso, l’altare, il tabernacolo, il leggio e anche i libri per le preghiere e la Bibbia».
I SOCCORSI. Tra le 10.00 e le 10.15 i miliziani dell’Isis hanno abbandonato il convento. «Suor Sally è uscita per raccogliere i corpi delle sorelle», poi «è andata dai pazienti, a uno a uno, per vedere se stavano bene. Stavano tutti bene».
Alle 10.30 è arrivata la polizia avvisata da un parente delle vittime. «La polizia ha provato a portare via dal convento suor Sally, che si è rifiutata di lasciare i malati che urlavano: “Non lasciarci, non lasciarci, stai con noi”.
Ma i poliziotti l’hanno costretta a seguirli perché l’Isis sapeva che erano in cinque suore ed erano convinti che non si sarebbero fermati finché non avessero ucciso anche lei». I corpi delle religiose sono stati portati presso un grosso ospedale mortuario.
«COME DIO VUOLE». «Suor Sally ha detto a suor Rio che è triste perché è sola e non è morta con le sue sorelle», ma suor Rio le ha risposto che «Dio voleva un testimone dicendole: “Chi avrebbe trovato i corpi delle suore e chi ci avrebbe detto quello che è accaduto? Dio vuole che lo sappiamo”».
Il segretario di papa Francesco ha inviato un messaggio con scritto: «Le ringrazio, piccole – Piccole missionarie della carità martiri”» e ha aggiunto che il pontefice «sta offrendo le 40 ore di devozione del primo venerdì del mese per loro».
Suor Sally ha ricordato che padre Tom diceva loro ogni giorno «Stiamo pronti per il martirio».
In questi mesi si era cercato, senza successo, di spostare suor Judith e suor Reginette per un corso professionale. Le suore erano «l’unica presenza cristiana e l’Isis vuole spazzare via tutta la cristianità. Quindi sono delle vere martiri, morte perché cristiane. Avrebbero potuto morire tante volte durante la guerra, ma Dio voleva che fosse chiaro che sono martiri della fede».
IL SANGUE FERTILE. La polizia, convinta che l’Isis non si fermerà, sta cercando di portare via suor Sally che «è completamente abbandonata», pronta «a fare tutto quello che Dio vorrà».
La superiora ha chiesto di pregare «affinché il loro sangue sia seme della pace in Medio Oriente e affinché l’Isis si fermi». Suor Rio ha concluso spiegando che l’Isis conosceva alla perfezione gli spostamenti delle suore perché «grazie alla loro fedeltà erano nel posto giusto al momento giusto ed erano pronte quando lo Sposo è arrivato».
Fonte: Tempi