Ok alle coppie di fatto: lo strappo di Milano

Da oggi anche a Milano due persone conviventi, anche dello stesso sesso, potranno iscriversi al registro delle unioni civili. Dopo una seduta non-stop di undici ore (i consiglieri hanno abbandonato l’aula ieri mattina alle quattro), il consiglio comunale del capoluogo lombardo ha decretato l’istituzione del nuovo registro che riconosce, di fatto, anche le convivenze omosessuali.

E così anche Milano (dopo Bologna, Torino, Napoli e altri comuni) fra polemiche, colpi di scena, spaccature nella maggioranza ma anche nell’opposizione, ha definito il suo “Regolamento per il riconsocimento delle Unioni civili”. Il nuovo strumento anagrafico è passato con 29 voti a favore, quattro astenuti dalla maggioranza (gli esponenti dell’ala cattolica del Pd, fra cui il vice presidente del consiglio comunale, Andrea Fanzago) e sette contrari (4 del Pdl, 2 di Lega Nord, e l’ex assessore alle politiche sociali, Mariolina Moioli della lista civiva Milano al centro). Fra i 29 voti a favore, da segnalare anche i quattro raccolti tra le fila dell’oppsozione: 2 voti del Pdl, uno di Futuro e Libertà e uno dal Movimento Cinque Stelle.

«Da oggi a Milano ci sono più diritti» ha dichiarato il sindaco Giuliano Pisapia, al termine della lunga seduta e dopo il voto finale. «Voglio essere chiaro. Non abbiamo inventato nessuna scorciatoia per un diverso matrimonio – ha rimarcato il sindaco – però sono fiero per il fatto che da domani Milano avrà il registro delle unioni civili. È un passo avanti, sulla strada del riconoscimento dei diritti e della eliminazione delle discriminazioni. Io sono convinto, è più che una speranza, del fatto che questo voto sia uno stimolo per il Parlamento a prendere finalmente in esame e a concludere l’iter legislativo, iniziato troppe volte e non arrivato al termine».

E così se da una parte, allontana il pericolo che anche a Milano, come a Napoli, si possa arrivare a istituire un momento “celebrativo” per le coppie omosessuali, dall’altra non nasconde il suo vero obiettivo: quello cioè di sollecitare perché il Parlamento possa avviare un intervento legislativo e un riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, anche omosessuali. Un intervento che si auspica anche il consigliere capofila dell’ala cattolica del Pd, Andrea Fanzago, che insieme ad altri tre colleghi di maggioranza, si è astenuto dal voto. Fanzago avrebbe fatto a meno del registro comunale a Milano. «Solo nel tempo potremo misurare l’efficacia del nuovo strumento – ha commentato – con il numero degli iscritti e con i provvedimenti della Giunta ad essi collegati».

Non si placano le polemiche anche nel Pdl, spaccato sulla delibera milanese (due consiglieri hanno votato a favore). «Un comportamento legittimo – ha commentato la scelta dei due pidiellini il consigliere provinciale del Pdl, Nicolò Mardegan – che però va con chi vuol distruggere l’istituto della famiglia». «Su queste tematiche – ha concluso – non ci devono essere spaccature nel centrodestra».

Daniela Fassini
 
Fonte: Avvenire