Il disegno di legge sulle unioni civili ha superato un altro scoglio in Senato. Il Presidente del Senato, Piero Grasso ha negato il voto a scrutinio segreto sull’ordine del giorno presentato da Gaetano Quagliariello e Roberto Calderoli sul non passaggio agli articoli del ddl Cirinnà e quindi sul loro ritorno in commissione per un approfondimento. E così, col voto palese, quell’ordine del giorno è stato respinto: 195 no, 101 sì e un astenuto. Decisivo il voto dei senatori del Movimento Cinque Stelle.
Grasso si è subito adeguato alla linea del Pd, cioè quella di respingere tutte le proposte che abbiano il fine di non far partire il dibattito. È evidente che il premier vuole accelerare per evitare di impantanarsi su un tema che gli sta molto a cuore.
Carlo Giovanardi, tra i 74 senatori che avevano firmato la richiesta di voto segreto annuncia battaglia: «Domani (oggi per chi legge, n.d.r.) porteremo davanti alla Corte Costituzionale un conflitto di attribuzione perché i cittadini devono sapere che la legge in commissione Giustizia non è stata discussa nemmeno per un minuto violando l’articolo 72 della Costituzione, che prevede che l’esame dei testi di legge avvenga prima in commissione, e poi in aula».
Ora la battaglia si sposta sugli emendamenti. La Lega ne ha presentati circa 5.000, che potrebbe ritirare in larga parte, ove il Pd rinunciasse all’”emendamento canguro” proposto da Marcucci, che eliminerebbe gran parte degli emendamenti dell’opposizione e quindi scavalcherebbe di fatto l’aula, mettendo la sordina a ogni opinione diversa da quella sintetizzata nel testo Cirinnà.
Sulla libertà di coscienza, però, il Pd è spaccato. Sull’art.5 (adozione dei figli da parte di coppie omosessuali) e sull’affido condiviso i cattolici dem non arretrano.
Anzi rilanciano chiedendo ai vertici del loro partito la libertà di coscienza anche su altri 9 articoli. Le richieste di voto segreto arrivate sul ddl per le unioni civili dovrebbero essere circa 125: 50 avanzate dalla Lega, 50 da Forza Italia e 25 da Ncd. Il capogruppo Pd, Luigi Zanda, ricorda che con gli altri capigruppo si era stabilito che i voti segreti fossero tra i 10 e i 30.
Ma quali sono i rapporti di forza attuali? La situazione è fluida, perché nelle votazioni segrete potrebbe succedere di tutto. Ecco perché alcuni esponenti Pd, favorevoli all’intero testo del ddl Cirinnà, stanno facendo il diavolo a quattro per ridurre al minimo il ricorso al voto segreto.
In teoria il governo dovrebbe avere i numeri per far passare il provvedimento. Soprattutto nelle votazioni palesi, il Pd dovrebbe risultare compatto e poter contare anche sui venti senatori del gruppo misto, sui 19 verdiniani, sui 10 senatori del gruppo Autonomie e su quasi tutti i grillini.
Senza dimenticare che molti senatori di Forza Italia si sono dichiarati favorevoli alle unioni civili e perfino alle adozioni gay. Ma Beppe Grillo ha lasciato libertà di voto ai suoi in particolare sulla stepchild adoption, e quindi non è detto che non possano esserci sorprese, almeno sugli articoli più controversi.
L’atmosfera rimane elettrica, anche perché l’accordo tra i principali gruppi sull’eventuale ritiro degli emendamenti appare alquanto lontano. Le votazioni in aula riprenderanno martedì.
Ma un dato politico rilevante si può già cogliere: Ncd alla fine voterà quasi tutto il testo del ddl Cirinnà. Lo si è capito dalle parole pronunciate ieri dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha definito quel provvedimento “una buona legge scritta male”, che avrebbe quindi dato adito a semplici ma risolvibili incomprensioni.
Renzi, in difficoltà su altri fronti (ora anche per quanto riguarda la Rai), ha bisogno di portare a casa in tempi brevi l’approvazione della legge sulle unioni civili, da sbandierare come altro successo epocale del suo governo, e quindi come riforma ascrivibile al suo dinamismo e alla sua perseveranza.
Con o senza stepchild adoption, il ddl Cirinnà appare quindi destinato a passare. Ma gli strascichi polemici potrebbero porre le premesse per una lacerazione ulteriore all’interno del Pd e per la formazione di un fronte trasversale di cattolici in vista del referendum abrogativo che certamente Ncd e Area popolare dovrebbero promuovere. Almeno per tentare di salvare la faccia.
– DIRITTI? LE COPPIE GAY CE LI HANNO GIA’ TUTTI, di Simona Muzzo
Fonte: La NBQ