Per fortuna il consiglio comunale di Albavilla, in provincia di Como, non la pensa come monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova. Il quale proprio nei giorni scorsi pensando al mondo musulmano ha spiegato che farebbe «passi indietro pur di mantenerci nella pace, nell’amicizia e nella fraternità. Non dobbiamo presentarci pretendendo qualsiasi cosa che magari la nostra tradizione e la nostra cultura vedrebbero come ovvie». In altre parole: se il presepe dà fastidio togliamolo di mezzo.
Perché ad Albavilla, seimila abitanti e un centro politicamente frizzante, di togliere il presepe dailuoghi pubblici non se ne parla proprio, anzi: è il presepe che ha sfrattato fisicamente consiglieri, assessori e sindaco, si è istallato nella sala consiliare Villa Giamminola e fino al 10 gennaio resterà lì.
Di centro-destra la maggioranza politica, ma nessuno ha votato contro, così le riunioni consiliari si svolgeranno in un asilo. Una scelta ben diversa da quella della scuola primaria Garofani di Rozzano, vicino a Milano, di abolire le manifestazioni di Natale per non urtare la sensibilità degli studenti non cristiani.
Via la Madonna, Giuseppe e Gesù, insieme ai canti religiosi ispirati alla Natività: purtroppo non un caso unico.
La piccola Albavilla sceglie di rinnovare la tradizione cattolica e dice un sì convinto a una natività speciale, ampia, occupa tutta la sala consiliare, poco meno di cento metri quadrati, in movimento: cascate e giochi d’acqua, la riproduzione del fumo che esce dalle case, cura in ogni dettaglio, notte e giorno si alternano grazie a un gioco di luci, in un angolo scende la neve.
Una domanda: è giusto che un’istituzione laica e politica ospiti rappresentazioni della natività e momenti di festa a tema religioso? «La Natività e il presepe fanno parte della nostra cultura», ha spiegato il sindaco di Albavilla alla Provincia, quotidiano comasco, «al di là del fatto che uno sia o meno credente: per questo sono fermamente convinta e con me anche tutti i miei consiglieri della scelta».
Insomma, nessun passo indietro, come auspicato dal vescovo di Padova, casomai un passo avanti, nessun buonismo insipido e domenica a Como, 80.000 abitanti, in oltre tremila credenti hanno partecipato alla processione nelle strade cittadine per l’apertura del Giubileo e della Porta Santa del Duomo. Sulla cui facciata in questi giorni di festa le luci proiettano non tigri o pesci ma momenti della sana tradizione cattolica.
Albavilla non si è inchinata davanti al processo di secolarizzazione e alle sue dinamiche, non ha preso le distanze dalla religione e dal credo comune, con l’approvazione dei cittadini che numerosi, anche ieri, sono entrati nella sala consiliare per vedere il presepe.
Albavilla non considera la fede come un fatto privato e come tale lo tollera, lo considera un fatto pubblico e al massimo livello, al quale dare spazio e rilevanza.
La laicità cede il passo alla religione. Una difesa delle radici cristiane che stupisce davanti a tante decisioni opposte che fanno appunto leva su un buonismo difficile da accettare e che fa diventare muta la nostra storia cristiana.
Una scelta, quella del consiglio comunale di Albavilla, che non solo salva le nostre tradizioni; salva noi uomini dal nulla: il presepe ha non solo il diritto ma anche il dovere di continuare a vivere e a ricordarci che Gesù è nato per la nostra salvezza.
Fonte: La NBQ