Port Moresby (Agenzia Fides) – In Papua Nuova Guinea, la Chiesa cattolica ha convocato una riunione speciale alla fine del mese per affrontare la questione dei crimini e degli omicidi contro le persone sospettate di avere usato la magia nera. In Papua le donne accusate di magia nera o stregoneria sono spesso vittime di esecuzioni sommarie. Come appreso dall’Agenzia Fides, la riunione di vescovi, sacerdoti, operatori pastorali si terrà a Mendi, cittadina sugli Altipiani i meridionali. Qui alla fine di agosto tre donne e un uomo sono stati accusati di aver provocato la morte di alcuni abitanti locali lanciando un incantesimo.
Un tribunale “popolare” si è riunito e ha deciso di torturare i quattro imputati con ferri incandescenti. Le foto delle torture sono state mostrate sui social media.
Secondo Donald Lippert, O.F.M. Cap, Vescovo di Mendi, organizzatore del vertice straordinario, “non è possibile controllare le credenze delle persone, ma si può controllare le loro azioni. Gli attacchi a persone sospettate di praticare la magia nera si fermeranno solo quando gli autori saranno condannati”.
Secondo alcuni osservatori, infatti, il problema è l’impunità e il governo della Papua non sembra volerlo affrontare con efficacia. Nel 2013, dopo uno scandalo mondiale suscitato dagli omicidi di donne sospettate di aver praticato malefici, il Parlamento di Papua Nuova Guinea ha abolito la Legge sulla stregoneria del 1971.
Quella legge divideva la stregoneria in “buona” e “cattiva” e considerava una circostanza attenuante, nei casi di omicidio, il fatto che la persona uccisa fosse sospettata di essere una strega.
Da allora l’uccisione di una persona sospettata di stregoneria è, per la legge, un omicidio puro e semplice. Ma la legge non viene applicata e il governo non spinge la polizia e giudici di intervenire in questi crimini. (PA) (Agenzia Fides 10/10/2015)