Le esequie di Wesolowski con il rito per i laici

Mons. Konrad Krajevski«Dio conceda il riposo e la pace al nostro fratello Giuseppe». Con queste parole l’arcivescovo Konrad Krajevski, elemosiniere del Papa, ha aperto il rito delle esequie per Joseph Wesolowski, l’ex nunzio apostolico ridotto allo stato laicale dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Anche se la sentenza di appello della CDF che respinge il ricorso che era stato proposto da Wesolowski non era stata ancora pubblicata al momento del decesso, ugualmente il funerale è avvenuto con il rituale per i laici.

Un segno di rispetto per le vittime innocenti. Al momento dell’omelia, monsignor KraJevski si è limitato ad invitare i fedeli a «meditare in silenzio sul grande tesoro che ci è stato donato dal Signore con l’Eucaristia e ad offrirlo per il nostro fratello Joseph».

Nessuna omelia, dunque, ma un un lungo momento di silenzio, durato quasi dieci minuti. «Una scelta del celebrante mons. Konrad Krajewski. elemosiniere del Papa», ha spiegato ai giornalisti al termine della messa il vice direttore della sala stampa vaticana, padre Ciro Benedettini, mentre lo stesso Krajewski, richiesto di un commento, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Al momento della preghiera dei fedeli, tra le intenzioni lette da una religiosa paolina una riguardava Wesolowski ed una anche le sue numerose vittime. Si è pregato dunque «per l’anima del nostro fratello Giuseppe perché il Signore la liberi dal potere delle tenebre e dalla morte eterna» ma anche «per coloro che sono nel dolore, perché il Signore li consoli».

Quindi il celebrante ha invocato «la remissione di ogni colpa perché le anime dei nostri fratelli defunti ottengano il perdono che hanno sempre desiderato». E l’Eucaristia «sia fonte per nostro fratello Giuseppe di gioia e di perdono».

 

Monsignor Krajevski, a conclusione del rito, ha impartito al defunto l’ultima benedizione aspergendo la bara con acqua santa e poi con l’incenso. La formula scelta è stata la più breve e semplice e si è conclusa con le parole significative: «Signore cancella con il tuo amore i peccati che per la fragilità umana il nostro fratello ha commesso in questa vita».

La sobrietà della liturgia, l’assenza di omelia e di ogni altro discorso e la scelta di utilizzare il rituale per i laici hanno testimoniato la volontà vaticana di chiudere in modo dignitoso la brutta pagina dell’affaire Wesolowski.

Da segnalare la presenza di oltre venti concelebranti, a partire dal cardinale James Harvey, arciprete della Basilica di San Paolo e ex prefetto della Casa Pontificia, e dell’assessore della Segreteria di Stato, monsignor Wells, che hanno fatto da corona a monsignor Krajevski nella chiesa del Governatorato, a poche decine di metri dalla residenza dei penitenzieri della Basilica di San Pietro dove Wesolowski era ospite dopo l’arresto dell’anno scorso, e dove lo hanno trovato morto (per un attacco di cuore, secondo l’autopsia rapidamente eseguita dai medici vaticani).

Tra i banchi anche una cinquantina di suore di diverse congregazioni, qualche religioso e un buon gruppo di giornalisti.

Fonte: Vatican Insider