Storica scoperta nella prevenzione del virus Ebola. Ottimi i risultati della sperimentazione di un vaccino condotta in Guinea dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Secondo un articolo pubblicato dalla rivista medica “The Lancet”, l’efficacia del vaccino, fino a ora somministrato ad alcune migliaia di persone entrate in contatto con i malati, è del 100%.
Uno strumento preventivo senza precedenti contro l’epidemia, come spiega Saverio Bellizzi, epidemiologo di Medici senza Frontiere ad Elvira Ragosta di Radio Vaticana.
R. – È un risultato storico perché dagli anni ’70, in cui fece per la prima volta apparizione l’Ebola, non c’è mai stato un vaccino. Ed è un’arma estremamente importante nella lotta contro questo tipo di epidemia.
D. – Come è avvenuta la sperimentazione che si è conclusa qualche giorno fa in Guinea: si è parlato di “strategia ad anello”…
R. – La sperimentazione è nata in Guinea alla fine di marzo; è tuttora in corso, però i dati preliminari sul campione che finora è stato vaccinato ci danno risultati molto importanti sull’efficacia. Nella “fase due” sono stati vaccinati gli operatori vaccinati al fronte. Nella “fase tre”, che tuttora va avanti – cioè la “strategia ad anello” – vengono vaccinati coloro che sono entrati in contatto con le persone che si sono ammalate, in modo da bloccare il prima possibile la catena di trasmissione.
D. – Guinea, Sierra Leone, Liberia: sono i tre Paesi colpiti dal virus Ebola che ha causato oltre 10.000 vittime e più di 25.000 contagi e l’epidemia è ancora in corso. Quanti sono i nuovi casi?
R. – L’epidemia è tuttora in corso, soprattutto in Guinea e in Sierra Leone. Negli ultimi mesi abbiamo una media di venticinque/trenta casi a settimana. Ci sono dei piccoli focolai di infezione, un po’ diffusi soprattutto nelle capitali. E vogliamo innanzitutto ricordare che il vaccino è testato in Guinea e va avanti solo in Guinea. Noi come Medici senza Frontiere spingiamo affinché anche gli altri due Paesi inizino ad usare il vaccino perché rivelatosi efficace.
D. – A proposito di questo: quanto tempo ci vorrà per la produzione e la distribuzione? Soprattutto, si possono prevedere i costi di questo vaccino vista la necessità di questa immunizzazione di gruppo?
R. – Nello specifico, nella quantità e nei costi non so dare una risposta precisa. Quello che noi facciamo è spingere affinché un quantitativo adeguato di vaccini sia reso disponibile il prima possibile, in modo che si intervenga immediatamente, laddove ce n’è bisogno.
D. – Qual è stato il ruolo di Medici senza Frontiere nella sperimentazione?
R. – Il vaccino è stato sperimentato da un consorzio, al quale appartiene Medici Senza Frontiere, così come – per esempio – l’Organizzazione Mondiale della Sanità. E il ruolo di Msf è attivo, è estremamente importante, perché nella “fase due” abbiamo vaccinato ben 1.200 operatori sanitari che lavorano proprio nel campo contro l’Ebola.
D. – Quanto sarà poi importante la logistica per raggiungere soprattutto i villaggi più isolati e conservare il vaccino?
R. – Questo è un punto cruciale, perché il vaccino è un’arma in più. Ma le strategie classiche per lottare contro l’Ebola rimangono in sede, rimangono importanti. E, considerato che ci sono ancora delle zone con resistenza al fatto che si possa intervenire contro l’Ebola, noi possiamo portare il vaccino là soltanto nel momento in cui avremo fatto un’opera di sensibilizzazione importante in queste popolazioni e fatto accettare il fatto di poter operare. Quindi sì, il vaccino è bene che ci sia, però bisogna operare in termini di sensibilizzazione, e anche in termini logistici, in modo da far avere il vaccino là dove c’è bisogno anche nelle zone più remote.
Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana