I protestanti chiedono scusa per quando distrussero, con furia cieca, le icone di Maria e dei santi

2015-07-29 L’Osservatore Romano – La comunità protestante tedesca ha rivolto le proprie scuse per la vasta distruzione di immagini religiose attuata durante il periodo della Riforma. In una dichiarazione della Evangelischen Kirche in Deutschland (Ekd), diffusa dal settimanale cattolico «The Tablet», i responsabili religiosi hanno sottolineato che la comunità protestante condanna con fermezza quella pratica distruttiva.

«Le immagini — ha sottolineato il vescovo Petra Bosse-Huber, durante una riunione della delegazione dell’Ekd e del patriarcato ecumenico di Costantinopoli, svoltasi nei giorni scorsi ad Amburgo — sono da molto tempo diventate espressione di pietà protestante».

I responsabili religiosi si sono incontrati ad Amburgo per discutere ed approfondire il significato dell’immagine dal punto di vista ortodosso e protestante. Ai partecipanti, il patriarca ecumenico Bartolomeo e il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, presidente della Evangelischen Kirche in Deutschland, hanno inviato i propri saluti, benedicendo l’incontro.
La distruzione delle immagini — è stato sottolineato durante i lavori — era più comune nel periodo immediatamente successivo alla Riforma. Nella prima metà del XVI secolo, le statue della Vergine e dei santi, così come le vetrate raffiguranti immagini sacre, eventi miracolosi e soprannaturali furono rimosse dalle chiese e dalle cappelle cattoliche, e molto spesso distrutte.

In particolare, la Svizzera, i Paesi Bassi, l’Inghilterra e la Germania meridionale subirono gli effetti maggiori di questa pratica distruttiva. In Germania, a Ulm, nel 1531, durante la cosiddetta “Götzentag”, “la giornata del falso idolo”, i sostenitori della Riforma, convinti che i manufatti religiosi fossero simboli di idolatria superstiziosa, rimossero con violenza sessanta altari e i due organi della cattedrale. Ginevra, poi, ha assistito a una delle più devastanti ondate di distruzione di immagini religiose e di oggetti sacri, ispirate da un gruppo.