Siamo stati buoni profeti. L’8 dicembre 2012, nel chiudere l’articolo con cui abbiamo raccontato la strepitosa guarigione avvenuta a S. Nicolò d’Arcidano durante la Messa di inaugurazione della prima piazza al mondo dedicata alla Madonna di Medjugorje, avevamo concluso con questa frase: siamo sicuri che ne scriveremo ancora, perché sono riusciti davvero a portare Medjugorje in Sardegna.
Per completare quell’informazione dobbiamo aggiungere che, dopo la consegna della documentazione medica all’ordinario del luogo, Mons. Giovanni Dettori e le verifiche effettuate presso l’Ospedale di Oristano, che aveva in cura la donna, la guarigione è stata ufficialmente dichiarata miracolosa ed è stata officiata una Messa di ringraziamento, presieduta dal Vescovo, presso la cattedrale di Oristano.
Ma, ora possiamo confessarlo, noi eravamo certi che durante la Messa di inaugurazione della piazza sarebbe accaduto un miracolo, perché quel piccolo Comune della Sardegna è abitato da persone che hanno creduto nelle apparizioni di Medjugorje e hanno cominciato a frequentare quel luogo sin dai primi anni ottanta. E non si sono fermati a quel primo viaggio.
Ma, soprattutto, gli abitanti di S. Nicolò d’Arcidano hanno preso sul serio i messaggi della Regina della pace e li hanno messi in atto nella loro vita: rosari, digiuni, tridui e opere di carità sono pane quotidiano.
E da quando poi hanno edificato la piazza dedicata alla Regina della pace, oltre all’incontro di preghiera mensile in parrocchia, ogni domenica sera si riuniscono intorno alla statua della Gospa per recitare il rosario, al quale partecipano anche devoti provenienti da località limitrofe.
E’ accaduto che, circa tre settimane fa, una domenica si è presentata una signora di Oristano che ha chiesto al gruppo se fosse possibile offrire il rosario di quella sera per un suo parente, ricoverato in fin di vita in un ospedale di Milano e ormai in stato di coma irreversibile.
Ovviamente tutti hanno aderito alla richiesta con grande gioia e la stessa signora si è fermata a pregare insieme a loro, con quell’intenzione, non solo quel giorno ma anche le domeniche successive.
Ma una domenica si è assentata perché, insieme agli altri parenti, era stata chiamata urgentemente dall’ospedale di Milano in quanto le condizioni dell’ammalato era divenute talmente gravi da aspettarsi la sua morte da un momento all’altro.
Giunti a Milano ed entrati nella stanza del loro congiunto sono stati subito edotti sulle sue condizioni dai medici che, considerata l’origine sarda del moriente, li hanno invitati ad organizzarsi immediatamente per il trasporto al luogo del seppellimento.
Stavano ancora discutendo di queste tristi incombenze quando, con meraviglia di sanitari, infermieri e parenti presenti, l’ammalato, ancora attaccato agli strumenti che lo aiutavano a restare in vita, si è alzato e si è seduto sul letto, chiedendo di mangiare.
Fra lo stupito e l’impaurito i congiunti gli hanno chiesto che cosa gli fosse accaduto, ma lui seraficamente ha risposto: “Io ho fame. Datemi da mangiare e poi vi racconterò tutto.” Ovviamente è stato subito accontentato.
Terminato di mangiare ha raccontato che ad un certo punto si è sentito proiettato in una piazza dove al centro c’era una statua bianca della Madonna e attorno alla statua c’erano molte persone, che si trasformavano in tantissime stelle luminose, le quali salivano in cielo in continuazione.
Poi anche la Madonna si è trasformata ed è diventata una luce fortissima che ha investito tutta la sua persona: “Ho sentito un grande benessere e la voglia di mangiare e di alzarmi, e così ho fatto” ha concluso.
Ora è completamente guarito e spetterà ai sanitari prima e all’autorità religiosa poi confermare ufficialmente quest’altro miracolo.
Intanto a S. Nicolò d’Arcidano si sussurra di altre due guarigioni, di cui però non sappiamo ancora i particolari.
Ci sarebbe parecchio da commentare, senza voler togliere ai santi abitanti di quel piccolo Comune sardo il diritto di gestire direttamente le informazioni che li riguardano.
Però di fatto pare che tutte le grazie che la Madonna elargisce a motivo delle loro preghiere debbano rimanere assolutamente in ambito locale e pressocché segreta viene mantenuta pure la costruzione della chiesa dedicata alla Regina della pace, a cui stanno economicamente contribuendo .
Nessuno di noi desidera che una terra dove la fede degli abitanti ottiene tante risposte del cielo diventi oggetto di speculazione protagonistica e pettegola, né ciò sarebbe possibile perché a S. Nicolò d’Arcidano c’è un parroco santo come i suoi parrocchiani e una popolazione con un carattere talmente forte e riservato che non lo consentirebbe.
Però, in un momento di grande confusione religiosa e di forti incertezze sulle decisioni che saranno prese riguardo alle apparizioni di Medjugorje, simili avvenimenti non possono essere taciuti.
Poi il giudizio, com’è giusto, toccherà alla Chiesa.
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