Insultare qualcuno su Facebook può portare dritti in galera. A dirlo è una sentenza della Cassazione a proposito di una causa per diffamazione tra due coniugi in via di separazione. Gli stracci sono volati anche sul social a partire dal marito che ha insultato la moglie con commenti offensivi.
Lei lo ha denunciato per diffamazione, ma alla prima udienza davanti al Giudice di pace, l’istanza è stata respinta perché la diffamazione è stata ritenuta: “aggravata dal mezzo di pubblicità come Facebook”.
Il caso è quindi tornato al tribunale e non è bastata la difesa dell’avvocato Gianluca Arrighi, legale del marito, a sostenere che Facebook non può avere lo stesso valore di un blog o di una testata giornalistica. Il processo è finito quindi in Cassazione, dove l’istanza dell’avvocato è stata respinta. Se condannato, l’uomo può rischiare quindi il carcere da sei mesi a tre anni.
Fonte: Libero