Un’ulteriore conferma che la SS. Vergine Maria interviene nella storia d’Europa come provvidenza per l’umanità è data dalle Sue apparizioni a S. Caterina Laburé nel luglio 1830. Oltre a quanto abbiamo già scritto riguardo alla protezione offerta dalla Madonna durante la Rivoluzione Francese con la Medaglia Miracolosa, vediamo come nel corso dei secoli quella Medaglia sia stata un ulteriore soccorso per l’Europa.
Dobbiamo innanzitutto ricordare che nel 2001 si costituì la Convenzione Europea, un organismo politico che aveva la finalità di redigere la Costituzione Europea. I 104 Commissari, che rappresentavano i Paesi Membri e i Paesi candidati a far parte dell’Unione, avevano il difficile compito di stilare una Carta Costituzione che accordasse le singole diversità e individuasse le radici comuni.
Così come la Rivoluzione Francese fu il frutto delle ideologie illuministico-massoniche, così alla Presidenza della Convenzione Europea fu nominato un potentissimo massone francese che, nonostante i solleciti e frequenti richiami di Papa Giovanni Paolo II, si oppose con tutte le sue energie a far inserire nella Costituzione i riferimenti a Dio e alle radici cristiane come fondamenti religiosi, culturali e sociali degli Stati Membri.
L’ostinato rifiuto da parte del Presidente della Convenzione di inserire queste due verità non trova corrispondenza storica, se pensiamo che tutti gli Stati dell’Europa centrale e occidentale per quasi mille anni hanno fatto parte del Sacro Romano Impero, che fu fondato nell’anno 962 d.C. e che si è formalmente dissolto nell’anno 1806 in conseguenza della Rivoluzione francese.
Per dovere di verità, dobbiamo anche ricordare che in quegli stessi mille anni non vi è campo del sapere che non si sia sviluppato grazie alla Chiesa Cattolica: dalle scienze alle tecniche agricole, da ogni campo dell’arte alla filosofia, dalla matematica all’astronomia, dal diritto alle scienze finanziarie, dalle università alle opere assistenziali, dall’abolizione della schiavitù al principio di uguaglianza sociale.
L’aver omesse queste verità documentate è di una gravità assoluta, in quanto la Costituzione che riguarda un intero Continente non può avere forza morale se si fonda su dei falsi storici così palesi.
Ma la SS. Vergine, evidentemente, ha ricevuto da Dio il compito di vigilare e proteggere il Continente nel quale si è sviluppato il Cristianesimo, come si può verificare nel sottostante articolo di Vittorio Messori, comparso nella prima pagina del Corriere della Sera all’indomani dell’approvazione della Costituzione Europea: 163 anni dopo l’apparizione a S. Caterina Laburé, esattamente nello stesso mese di luglio, nel giorno in cui i francesi rievocano l’inizio della loro rivoluzione.
Dall’aureola dell’ Immacolata le dodici stelle dell’Europa di Vittorio Messori
Che sia una di quelle ironiche «astuzie della Storia» di cui parlava Hegel? Di certo, il caso è curioso. In effetti, giovedì 10 luglio (2003, ndr), a Bruxelles, con solenne cerimonia è stata presentata la bozza definitiva della Costituzione d’ Europa. E’ quella nel cui preambolo non si è fatto il nome del Cristianesimo, provocando le ben note polemiche e la protesta della Santa Sede. Ma questa stessa Costituzione, nel definire i propri simboli, ribadisce solennemente che la bandiera europea è azzurra con dodici stelle disposte a cerchio. Ebbene: sia i colori, che i simboli, che la loro disposizione in tondo, vengono direttamente dalla devozione mariana, sono un segno esplicito di omaggio alla Vergine.
Le stelle, in effetti, sono quelle dell’ Apocalisse al dodicesimo capitolo: «Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una Donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle». Quella Donna misteriosa, per la tradizione cristiana, è la madre di Gesù. Anche i colori derivano da quel culto: l’azzurro del cielo e il bianco della purezza verginale. Nel disegno originario, infatti, le stelle erano d’ argento e solo in seguito hanno preso il colore dell’ oro.
Insomma: anche se ben pochi lo sanno, la bandiera che sventola su tutti gli edifici pubblici dell’ Unione (e il cerchio di stelle che sovrasta l’iniziale dello Stato sulle targhe di ogni automobile europea) sono l’ invenzione di un pittore che si ispirò alla sua fervente devozione mariana.
E’ una storia di cui circolano versioni diverse, ma che abbiamo ricostruito con esattezza già nel 1995, in un’inchiesta per il mensile di Famiglia cristiana, Jesus.
La vicenda, dunque, inizia nel 1949 quando, a Strasburgo, fu istituito un primo «Consiglio d’ Europa», un organismo poco più che simbolico e privo di poteri politici effettivi, incaricato di «porre le basi per un’ auspicata federazione del Continente». L’anno dopo, anche per giustificare con qualche iniziativa la sua esistenza, quel Consiglio bandì un concorso d’ idee, aperto a tutti gli artisti europei, per una bandiera comune. Alla gara partecipò pure Arsène Heitz, un allora giovane e poco noto designer che al tempo della nostra inchiesta era ancora vivo e lucido, pur se ultra novantenne.
Heitz, come moltissimi cattolici, portava al collo la cosiddetta «Medaglia Miracolosa», coniata in seguito alle visioni, nel 1830, a Parigi, di santa Catherine Labouré.
Questa religiosa rivelò di avere avuto incarico dalla Madonna stessa di far coniare e di diffondere una medaglia dove campeggiassero le dodici stelle dell’ Apocalisse e l’ invocazione: «Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te». La devozione si diffuse a tal punto nell’ intero mondo cattolico da fare di quella «Medaglia Miracolosa» uno degli oggetti più diffusi, con molte centinaia di milioni di esemplari. Ne aveva al collo una di latta e legata con uno spago anche santa Bernadette Soubirous quando, l’11 febbraio del 1858, ebbe la prima apparizione della Signora, che apparve vestita proprio di bianco e di azzurro.
Ebbene, Arsène Heitz non era soltanto uno degli innumerevoli cattolici ad avere su di sé quella Medaglia nata da un’apparizione, ma nutriva una speciale venerazione per l’ Immacolata. Dunque, pensò di costruire il suo disegno con le stelle disposte in circolo, come nella Medaglia, su uno sfondo di azzurro mariano.
Il bozzetto, con sua sorpresa, vinse il concorso, la cui commissione giudicatrice era presieduta da un belga di religione ebraica, responsabile dell’ufficio stampa del Consiglio, Paul M. G. Lévy, che non conosceva le origini del simbolo, ma fu probabilmente colpito positivamente dai colori.
In effetti, l’azzurro e il bianco (le stelle, lo dicevamo, non erano gialle ma bianche nel bozzetto originale) erano i colori della bandiera del neonato Stato d’Israele. Quel vessillo sventolò la prima volta nel 1891, a Boston, sulla sede della «Società Educativa Israelitica» e si ispirava allo scialle a strisce usato dagli ebrei per la preghiera. Nel 1897, alla Conferenza di Basilea, fu adottato come simbolo dell’ Organizzazione Sionista Mondiale, divenendo poi nel 1948 la bandiera della repubblica di Israele.
In una prospettiva di fede è felicemente simbolica questa unione di richiami cristiani ed ebraici: la donna di Nazareth, in effetti, è la «Figlia di Sion» per eccellenza, è il legame tra Antico e Nuovo Testamento, è colei nel cui corpo si realizza l’ attesa messianica.
Anche il numero delle stelle sembra collegare strettamente le due fedi: dodici sono i figli di Giacobbe e le tribù di Israele e dodici gli apostoli di Gesù. Dunque, il giudeo-cristianesimo che ha costruito il Continente unito in uno stendardo.
Sta di fatto che alcuni anni dopo la conclusione del concorso d’idee, nel 1955, il bozzetto di Heitz fu adottato ufficialmente come bandiera della nuova Europa. Tra l’ altro, a conferma dell’ispirazione biblica e al contempo devozionale del simbolo, il pittore riuscì a far passare una sua tesi, che fu fatta propria dal Consiglio d’ Europa.
Ci furono critiche, infatti, visto che gli Stati membri erano all’ epoca soltanto sei: perché, allora, dodici stelle? La nuova bandiera non doveva rifarsi al sistema della Old Glory, lo stendardo degli Usa, dove ad ogni Stato federato corrisponde una stella? Arsène Heitz riuscì a convincere i responsabili del Consiglio: pur non rivelando la fonte religiosa della sua ispirazione per non creare contrasti, sostenne che il dodici era, per la sapienza antica, «un simbolo di pienezza» e non doveva essere mutato neanche se i membri avessero superato quel numero. Come difatti avvenne e come ora è stato stabilito definitivamente dalla nuova Costituzione.
Quel numero di astri che, profetizza l’ Apocalisse, fanno corona sul capo della «Donna vestita di sole» non sarà mai mutato.
Per finire con un particolare che può essere motivo di riflessione per qualche credente: la seduta solenne durante la quale la bandiera fu adottata si tenne, lo dicevamo, nel 1955, in un giorno non scelto appositamente ma determinato solo dagli impegni politici dei capi di Stato. Quel giorno, però, era un 8 dicembre, quando cioè la Chiesa celebra la festa della Immacolata Concezione, la realtà di fede prefigurata da quella Medaglia cui la bandiera era ispirata.
Un caso, certo, per molti. Ma forse, per altri, il segno discreto ma preciso di una realtà «altra», in cui ha un significato che per almeno mille anni, sino alla lacerazione della Riforma, proprio Maria sia stata venerata da tutto il Continente come «Regina d’ Europa».
Paola de Lillo
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