Vaticano, avanti tutta sulla biblioteca digitale

Biblioteca vaticanaLa conservazione come divulgazione e come salvaguardia della memoria storica della Chiesa cattolica ma aperta a tutti. La Biblioteca Apostolica Vaticana, con quasi seicento anni di storia, prosegue la sua rivoluzione digitale avviata nel 2010 e basata sul passaggio da un servizio di tipo conservativo a uno di pubblica consultazione, fatto di milioni di pezzi unici di inestimabile valore tra cui le lettere di San Pietro, il Vangelo di Luca e l’originale del «Padre Nostro».

«C’era il desiderio di fare qualcosa fuori dai tradizionali standard – osserva Luciano Ammenti, direttore dei sistemi informatici della biblioteca, a Tokyo per la partecipazione alla recente Innovation Conference di Ntt Data – allo scopo di salvare e mettere a disposizione di tutti il prezioso patrimonio che non è solo della biblioteca ma dell’intera umanità».

A tal proposito il motto dell’intero e ambizioso progetto visibile su digitavaticana.org è «un patrimonio da difendere, un patrimonio da diffondere», fatto tra l’altro in prevalenza di manoscritti non cristiani. A causa della loro delicatezza, si stima che in oltre cinquecento anni di vita della biblioteca non siano stati consultati più del 20% dei documenti disponibili.

Grazie all’accordo con Ntt Data, che ha investito 18 milioni di euro per sostenere il progetto, entro quattro anni verranno digitalizzati 3.000 manoscritti della biblioteca vaticana: la società informatica giapponese contribuisce al progetto dal 2014 fornendo il software Amlad, una tecnologia che permette di gestire un’enorme di quantità di dati e di rendere più semplice la consultazione e la navigazione dei documenti.

«La digitalizzazione prosegue abbastanza velocemente, mentre il lavoro di catalogazione un po’ meno», aggiunge Ammenti.

Gli oltre 82mila manoscritti interessati sono digitalizzati grazie al Fits (Flexible Images Transfer System), un formato usato dalla Nasa già dagli anni Sessanta per registrate dati e immagini delle missioni spaziali e che, rileva Ammenti, «si è dimostrata una scelta vincente per la sua affidabilità».

Il risultato ultimo è che i capolavori digitalizzati possono essere a disposizioni di tutti, su pc, tablet o smartphone, invece che nella disponibilità di pochi. In più, oltre alla consultazione, è possibile scaricare un’immagine con l’inedita una copia fedele di uno dei capolavori della biblioteca. Le donazioni fanno parte del crowdfunding per finanziare i piani di digitalizzazione che comportano ingenti oneri e tempo.

 Fonte: Vatican Insider