Papa: i figli sono un dono, depressa la società che li rifiuta

Piazza S. PietroI figli sono un dono che Dio fa a una famiglia e al mondo e devono essere generati con generosità e responsabilità. Ma una famiglia e una società che non li sappia accogliere sono avare e depresse. È una delle considerazioni centrali della catechesi di Papa Francesco all’udienza generale presieduta in Piazza San Pietro. Il Papa ha concluso chiedendo preghiere per il Concistoro che si apre domani. Unici, irripetibili, amati prima di vederli.

Che ti ringiovaniscono e ti proiettano nel futuro se li accogli, mentre sconti un vuoto se li consideri un peso e li rifiuti. Che rendono una società viva, se composta di persone aperte alla vita, o al contrario “depressa” perché vittima della sua stessa chiusura. Tutto questo porta o non porta la nascita dei figli.

Un regalo di Dio, non un possesso dei genitori
Dopo aver parlato di madri e di padri, il Papa arriva al frutto del loro amore con una catechesi animata da grande passione pastorale. Tutto scaturisce da una constatazione, quella del “legame stretto” che passa “fra la speranza di un popolo e l’armonia fra le generazioni”:

“La gioia dei figli fa palpitare i cuori dei genitori e riapre il futuro. I figli sono la gioia della famiglia e della società. Non sono un problema di biologia riproduttiva, né uno dei tanti modi di realizzarsi. E tanto meno sono un possesso dei genitori.… No, no. I figli sono un dono, sono un regalo. Capito? I figli sono un dono”.

Dono per la famiglia e la società
Un figlio è un dono, afferma ancora Francesco, non perché è bello, “perché la pensa come me”, perché “incarna i miei desideri”. Un figlio lo si ama da subito e questa “vita generata da noi”, dice il Papa, “è destinata a lui, al suo bene”, a quello della “famiglia, della società, dell’umanità intera”. Eppure, questa bellezza spesso non viene capita:

“Oggi sembra più difficile per i figli immaginare il loro futuro. I padri – lo accennavo nelle precedenti catechesi – hanno forse fatto un passo indietro e i figli sono diventati più incerti nel fare i loro passi avanti. Possiamo imparare il buon rapporto fra le generazioni dal nostro Padre celeste, che lascia libero ciascuno di noi ma non ci lascia mai soli. E se sbagliamo, Lui continua a seguirci con pazienza senza diminuire il suo amore per noi”.

Società che non onorano genitori sono senza onore
La paternità di Dio, osserva Francesco, fa intendere anche la sacralità del rapporto genitori-figli. La stessa posizione del quarto comandamento – posto subito dopo i tre che riguardano Dio”, nota il Papa – indica quel “qualcosa di divino” che “sta alla radice di ogni altro genere di rispetto tra gli uomini”:

“Una società di figli che non onorano i genitori è una società senza onore; quando non si onorano i genitori si perde il proprio onore! È una società destinata a riempirsi di giovani aridi e avidi. Però, anche una società avara di generazioni, che non ama circondarsi di figli, che li considera soprattutto una preoccupazione, un peso, un rischio, è una società depressa”.

Generosi e resposabili, non egoisti
Ognuno di noi “pensi e risponda”, incalza sul punto il Papa, al fatto che l’Europa ha un tasso di natalità che “non arriva all’1%”:

“Se una famiglia generosa di figli viene guardata come se fosse un peso, c’è qualcosa che non va! La generazione dei figli dev’essere responsabile, come insegna anche l’Enciclica Humanae vitae del beato Papa Paolo VI, ma avere più figli non può diventare automaticamente una scelta irresponsabile. Non avere figli è una scelta egoistica. La vita ringiovanisce e acquista energie moltiplicandosi: si arricchisce, non si impoverisce!”.

Dio benedica genitori e figli
L’ultima immagine è quella di Papa Francesco in silenzio, in preghiera, gli occhi chiusi e la mano sul petto, dopo aver rivolto questo invito alla folla:

“Tanti di voi qui presenti hanno figli e tutti siamo figli. Facciamo una cosa, un minuto di silenzio. Ognuno di noi pensi nel suo cuore ai propri figli – se ne ha –  pensi in silenzio. E tutti noi pensiamo ai nostri genitori e ringraziamo Dio per il dono della vita. In silenzio, quelli che hanno figli pensino a loro, e tutti pensiamo ai nostri genitori. (Silenzio). Il Signore benedica i nostri genitori e benedica i vostri figli”.

E un’altra preghiera è quella con la quale Francesco ha concluso l’udienza generale alla vigilia dell’inizio del Concistoro. “Lo Spirito Santo – ha invocato – assista i lavori del Collegio Cardinalizio e illumini i nuovi Cardinali e il loro servizio alla Chiesa”.

Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana