Disfarsi nel pensiero mondano o «farsi cultura». Famiglia, sesso, moralità, fede e salvezza. Intervista a monsignor Livio Melina, preside del Pontificio istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia.
A detta del cardinale di Milano Angelo Scola, il contesto storico attuale è caratterizzato da un «erotismo pervasivo». È la conseguenza della cosiddetta “rivoluzione sessuale”?
La rivoluzione sessuale si può definire come una serie di rotture del contesto naturale e culturale in cui l’esperienza dell’amore umano era vissuta nella tradizione cattolica: rottura del nesso tra sessualità e matrimonio (con una sessualità extraconiugale); rottura del nesso tra sessualità e procreazione (mediante la contraccezione e la riproduzione artificiale), rottura del nesso tra sessualità e amore (con una sessualità “liquida”).
In tal modo il sesso è diventato una mina vagante e onnipresente, che invade lo scenario dell’esistenza attuale con la forza di un’autoevidenza che si impone. Mi ricordo che don Giussani una volta disse che per distruggere la mentalità cristiana del popolo, nell’immediato Dopoguerra i comunisti avevano cominciato a diffondere la pornografia, ricattando così l’uomo nel suo punto più debole.
Negli anni Sessanta Marcuse segnalò lo stesso fenomeno di strumentalizzazione dell’eros nella società consumistica avanzata, che vuole “l’uomo a una dimensione”…
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