Ancora un nulla di fatto sulle donne vescovo. Si è conclusa così la discussione sull’argomento al Sinodo generale della “Chiesa di Inghilterra”, che all’incontro di York avrebbe dovuto invece dare l‘approvazione definitiva mettendo così la parola fine a 12 anni di battaglie legali sulla questione. La legislazione – si legge invece in un comunicato del sinodo generale ripreso dall’agenzia Sir – è stata rimandata, ancora una volta, dal Sinodo generale della “Chiesa di Inghilterra”, alla Camera dei vescovi chiedendo loro di riconsiderare l’emendamento introdotto lo scorso maggio per le parrocchie contrarie alle donne.
Tutto dunque di nuovo rimandato a settembre quando si riunirà la Camera dei vescovi. Il nodo della questione risulta essere la parte della legislazione relativa alle parrocchie contrarie alle donne. Queste ultime avrebbero potuto chiedere di essere amministrate da un vescovo uomo che non abbia mai ordinato donne e che non creda in questa ordinazione.
Una concessione eccessiva per i sostenitori delle donne che avrebbero bocciato la legislazione, costringendo la “Chiesa di Inghilterra” a ricominciare daccapo. “Il Sinodo generale della ‘Chiesa di Inghilterra’ funziona un po’ come un parlamento”, spiega padre Robert Byrne, portavoce per l’ecumenismo della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles. “Deve trovare, di conseguenza, una soluzione che accontenti tutti i fedeli”.
Con l’aggiornamento i vescovi anglicani hanno più tempo per pensare a questo problema dell’ordinazione delle donne all’episcopato che deve essere formulato nel modo giusto per tutti. La decisione della ‘Chiesa di Inghilterra’ di procedere in questa direzione rimane un enorme ostacolo all’unità ecumenica, per la quale dobbiamo continuare a lavorare”. (R.P.)
Fonte: Radio Vaticana 10/7/12