Da oggi il Sinodo straordinario sulla Famiglia sarà ancora più sommerso; infatti i padri sinodali si dividono in Commissioni (Circuli Minores) per continuare il lavoro iniziato in assemblea la scorsa settimana. E’ importante notare che da questo Sinodo non uscirà una decisione, ma documenti e orientamenti.
E questo spiega allora alcuni fatti apparentemente singolari e innocui, ma che legati insieme aiutano a leggere una strategia.
Uno dei punti nodali del Sinodo – e non è un’invenzione dei giornali – riguarda il problema della comunione ai divorziati risposati.
Esistono, come ha detto anche il portavoce vaticano, padre Lombardi, due linee. Quella propugnata dal card. Kasper, scherzosamente definita del “tana liberi tutti”, che sarebbe favorevole a riammettere questa persone all’eucaristia; e la linea di chi vede in questo una violazione del precetto evangelico sul divorzio, e difende quella che è stata sempre la posizione della Chiesa.
Il Papa invece di restare prudentemente neutrale, e di vedere quale opinione prevarrà fra i Padri sinodali, espressione della saggezza della Chiesa nel suo complesso, ha compiuto o avallato alcuni gesti che dimostrano la sua simpatia per Kasper.
Il Sinodo esiste da circa 50 anni. In tutte le edizioni precedenti, in cui si è dibattuto di tanti temi a viso aperto, e in cui sono state avanzate proposte di ogni genere, fra cui quella di un Vaticano III, gli interventi sono sempre stati pubblicati. Che c’è da nascondere?
Bene ha detto il Prefetto della Congregazione per la Fede, il card. Mueller, che i cristiani hanno diritto di sapere come la pensano i propri vescovi. E se i vescovi hanno paura di far sapere come la pensano, che vescovi sono?
Sono state addotte varie giustificazioni per giustificare la censura. Che, a mio modesto parere, era funzionale invece a non mettere nero su bianco, in maniera difficilmente oppugnabile, che la maggior parte dei Padri ha ,al minimo, se non altro perplessità sulla linea Kasper.
Ma come abbiamo detto questo è un Sinodo non di decisioni, ma di preparazione. Centrale allora il ruolo dei documenti, che ne usciranno. Il Messaggio e la Relazione finale.
Il messaggio sarà redatto da una commissione di otto persone, non scelta dall’assemblea, in cui ai primi posti appaiono il card. Ravasi, sicuramente “kasperiano”, e mons. Fernandez, uomo di fiducia di papa Bergoglio, suo grande consigliere teologico.
La Relazione finale, invece, di norma è stilata dal Relatore, il cardinale ungherese Erdo, il segretario generale del Sinodo, Baldisseri, e il segretario aggiunto, il teologo Bruno Forte.
Ma il Papa ha deciso, con un gesto senza precedenti, di aggiungere sei nomi per aiutare a stendere questo documento: il card. Gianfranco Ravasi, il card. Donald W. Wuerl, l’arcivescovo Victor Manuel Fernandez, e padre Nicòlas Pachòn Superiore generale dei gesuiti insieme ad altri due vescovi.
Come osserva acutamente John Thavis, per molti anni capo dell’ufficio del Catholic News Service a Roma, “col rischio di ipersemplificare tutto” si può dire che tutti e sei sono sulla stessa onda di lunghezza di Kasper.
In questo modo papa Francesco ha compiuto un forte gesto di intervento sul Sinodo.
E forse sarà confermata in questo modo la profezia che ci ha fatto un Uffiziale del Sinodo: “Tutto è già scritto, si sa già come andrà”.
articolo pubblicato su La Stampa