Scaduto l’ultimatum dei terroristi: «Non ci sono più cristiani a Mosul». Bruciato l’arcivescovado, occupato un monastero

Non ci sono più cristiani a Mosul. Alle 24 di sabato è scaduto l’ultimatum esplicitamente lanciato dai terroristi dello Stato islamico: o vi convertite all’islam o pagate la tassa di sottomissione o ve ne andate. «Altrimenti l’unica opzione resta la spada». Domenica dagli altoparlanti delle moschee i cristiani sono stati incitati a scappare e così hanno fatto.

 

«CHE MALE FACEVANO?». «A Mosul è in atto una persecuzione ai danni dei cristiani», dichiara a Baghdadhope l’arcivescovo latino di Baghdad, monsignor Jean Benjamin Sleiman. «I cristiani sono andati via tutti ma non si capisce il motivo di questo odio, erano poche migliaia. Che male facevano? Che fastidio davano? Perché accanirsi contro di loro? Domande che non trovano risposta». Dopo la presa della seconda città più grande dell’Iraq e la creazione del califfato, i terroristi ex Isil hanno attuato una crescente persecuzione culminata nella cacciata di tutti i cristiani.

 

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