Scuola, genitori contestano corsi promossi da associazioni Lgbt

Preoccupazione e polemiche nella scuola italiana dove le associazioni LGBT (acronimo di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali), premono per attivare corsi di affettività e promuovere iniziative contro le discriminazioni di genere, con il sostegno dell’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, che ha già redatto un opuscolo “Educare alla diversità a scuola”, oggetto di aspre critiche.

Roberta Gisotti ha intervistato Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age, tra le più longeve associazioni dei genitori:

Famiglie in allerta sulla cosiddetta questione gender, che sarà al centro di nuove Linee guida, annunciate entro settembre dal ministro dell’Istruzione Giannini, che venerdì scorso ha incontrato le associazioni Lgbt. Dott. Azzolini, che cosa temere in concreto?

R. – Noi dell’Age temiamo che nella scuola a settembre – dove il dirigente accetti questa forma di collaborazione con le associazioni Lgbt – vengano istituiti dei corsi non improntati ad educare i ragazzi alla vera affettività e all’accoglienza della persona ‘diversa’ ma che venga sfruttato questo canale per fare in realtà dei corsi di ‘becera sessualità’.

D. – Le associazioni dei genitori lamentano di non essere state coinvolte abbastanza, anche in passato…

R. – Oggi, la scuola ha preso una piega discutibile, ovvero, di interessare non le associazioni storiche dei genitori ma di rivolgersi alle associazioni Lgbt, che credo non abbiano nulla a che spartire con la scuola, non essendo riconosciute dal Ministero dell’Istruzione come associazioni di genitori.

D. – Ci si chiede pure perché queste associazioni Lgbt vengano coinvolte in ambito educativo non avendo competenze particolari…

R. – Le competenze particolari sono tutte da discutere e comunque non sono state avvalorate da alcuna istituzione scolastica e tantomeno dal Ministero. Ma in nome dell’autonomia della scuola e degli istituti, alcuni dirigenti si sentono autorizzati a fare queste sperimentazioni, ma noi non vogliamo che i nostri figli siano cavie di sperimentazioni che certi dirigenti intendono fare.

 

Testo proveniente  dal sito di Radio Vaticana