Francesco: no a qualsiasi droga, dare ai giovani educazione e lavoro

La droga è un “flagello” che si regge su un mercato “turpe” e dunque ribadisco quanto già detto in altre occasioni: “No ad ogni tipo di droga. Semplicemente”, compresa qualsiasi forma di legalizzazione. Questa affermazione è stata il “cuore” del discorso che Papa Francesco ha rivolto ai membri dell’“International Drug Enforcement Conference”, ricevuti in udienza.

Con la droga non si negozia, non si cede un metro, perché non c’è niente in essa di buono, perché semplicemente brucia cervello e cuore di chi spera invece di “accendersi” e godersi con lei momenti di piacere più o meno lunghi, più o meno ripetuti.

Papa Francesco sbarra la strada su tutta la linea sia all’uso degli stupefacenti – “flagello”, afferma all’inizio del suo discorso, che “continua ad imperversare in forme e dimensioni impressionanti” – sia al narcotraffico che lo alimenta, definito “un mercato turpe”, “tragico”, che “scavalca confini nazionali e continentali” e finisce per mordere le vittime più indifese, giovani e adolescenti.

Papa Francesco vuole manifestare, dice, “dolore” e “preoccupazione” ma anche ribadire in modo inequivocabile un concetto:

“La droga non si vince con la droga! La droga è un male, e con il male non ci possono essere cedimenti o compromessi. Pensare di poter ridurre il danno, consentendo l’uso di psicofarmaci a quelle persone che continuano ad usare droga, non risolve affatto il problema.

Le legalizzazioni delle cosiddette ‘droghe leggere”, anche parziali, oltre ad essere quanto meno discutibili sul piano legislativo, non producono gli effetti che si erano prefisse”.

Neanche le “droghe sostitutive”, osserva, “sono una terapia sufficiente”, ma solo “un modo velato di arrendersi al fenomeno”. Di qui, la ripetizione senza giri di parole di una convinzione:

“No ad ogni tipo di droga. Semplicemente. No ad ogni tipo di droga. Ma per dire questo no, bisogna dire sì alla vita, sì all’amore, sì agli altri, sì all’educazione, sì allo sport, sì al lavoro, sì a più fonti di lavoro (…)

Pensiamo ad un giovane: né, né. Né studia né lavora. Entra in questa mancanza di orizzonte, di speranza e la prima offerta sono le dipendenze, tra le quali la droga. (…) La fonte di lavoro, l’educazione, lo sport, la sanità di vita: questa è la strada della prevenzione della droga”.

Se si realizzano questi “sì”, soggiunge il Papa, “non c’è posto per la droga, non c’è posto per l’abuso di alcol e per le altre dipendenze”.

E a diffondere e dare forza a questo circolo virtuoso – ricorda poi – lavora da sempre la Chiesa attraverso i suoi operatori e volontari che sono accanto a chi si è perso nella “spirale della droga” e cerca di riemergere a riprendersi la propria “dignità”. E tuttavia, sprona Papa Francesco, questo lavoro di recupero “non è sufficiente”:

“Bisogna lavorare sulla prevenzione. Quello farà molto bene. L’esempio di tanti giovani che, desiderosi di sottrarsi alla dipendenza dalla droga, si impegnano a ricostruire la loro vita, è uno stimolo a guardare in avanti con fiducia”.

 
Testo proveniente  dal sito di Radio Vaticana