ROMA, 30 Maggio 2014 (Zenit.org) – Santa Giovanna d’Arco fino ad oggi rimane tra le principali figure eroiche, discusse econtroverse, della storia. Una pastorella di soli 17 anni sfida i nemici della sua amata patria, la Francia, e contro ogni razionale calcolo, supera ogni aspettativa umana, sconfiggendo il nemico con la sola fede e umiltà che la innalza agli onori degli altari, morendo martire tra le fiamme di un rogo, che ha alimentato il susseguirsi delle successive vittorie contro gli inglesi.
Un noto storico comincia la narrazione della vita di S. Giovanna d’Arco con queste parole: “Non c’é nella Storia una vita più straordinaria e più commovente di quella di Giovanna d’Arco, giovane pastorella che si trasforma in un comandante d’esercito, salva il proprio paese da un pericolo mortale e muore martire della sua fede religiosa e patriottica”.
Dopo gli splendori del XIII secolo, il Medioevo inizia la sua decadenza per mancanza di vigilanza e lo spirito cristiano perde la sua ragion d’essere, adagiandosi in un discreto godimento della vita.
Ma Dio, nella sua economia di salvezza, per contrastare i mali del tempo suscita i santi. Tra essi la giovane Pulzella di Orleans che si distinse per fede, coraggio ed umiltà, in un tempo votato alla frivolezza e alla mondanità.
Figlia di contadini, analfabeta, lascia giovanissima la casa paterna per seguire il volere di Dio, ascoltando delle voci misteriose che le sussurrarono la missione che l’Altissimo desiderava da lei per la salvezza del suo popolo, minacciato dagli inglesi che volevano impossessarsi della corona di Francia.
Giovanna, con tutta fermezza rivolge un ultimatum al Re di Inghilterra, intimandogli di lasciare il territorio francese: “Re d’Inghilterra, se così non farete, io, che dirigo la guerra, in qualunque luogo incontri in Francia i vostri soldati, li farò indietreggiare, lo vogliano o meno”.
Rivestita dell’ armatura, in sella al suo cavallo, Giovanna parte alla testa di un piccolo contingente e dirige i combattimenti, animando i difensori e infondendo coraggio alle sue truppe d’assalto.
La vittoria preannunciata dalla Pulzella, che libera la sua Patria, conferma la veracità della sua missione divina contro gli scettici a cominciare dal re Carlo VII, che percepisce in questo evento un vero miracolo.
Secondo la storiografia francese, la giovane di Orleans “era bella, alta e forte; con unafisionomia graziosa e gioviale, una voce dolce ed un’apparenza modesta”. Non mascolina, secondo la Rivoluzione, bensì aggraziata e virtuosa come di chi si preserva in grazia di Dio, con uno spiccato istinto militare che spiazzava gli scettici.
“Questo abito non cambia la mia anima”, ripeteva Giovanna, mentre la conducevano nella prigione inglese, dopo averle fatto indossare una veste femminile. Una donna, la cui bellezza è trasfigurata dall’ardore eroico del soldato di Cristo che scende in battaglia e grida a gran voce: “A noi il combattimento, a Dio la vittoria!”.
Il 17 giugno 1429 venne celebrata la consacrazione più straordinaria della storia che vide in tutta la durata della cerimonia Giovanna, ritta ai piedi dell’ altare, con il suo stendardo.
Il 30 maggio del 1431 Giovanna, nell’assedio di Compiègne, cade prigioniera del Duca di Borgogna, alleato degli inglesi e dopo un tortuoso e doloroso processo da parte di un corrotto tribunale di ecclesiastici, viene messa al rogo, morendo da martire e pronunciando queste parole: “Tenete la croce in alto, cosicché io possa vederla anche attraverso le fiamme”. Nel 1920 Benedetto XV la proclamava santa.
Santa Giovanna d’ Arco, è la donna del nostro tempo. Ci interroga, mettendo in discussione la nostra vocazione, spesso tiepida e indifferente alle tragedia in cui il mondo riversa. Un cattolicesimo diluito dall’interpretazione distorta del Vangelo.
La pastorella di Orleans fu modello di obbedienza alla volontà di Dio. “Senza il comando di Dio io non saprei fare nulla… Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per comando di Dio. Io non faccio niente di testa mia”, affermava.
La lotta di questa Santa si traduce in un atto di fede contro l’ideologia del tempo. Interrogata se sapesse d’essere nella grazia di Dio, Giovanna risponde: “Se non vi sono, Dio mi vuole mettere; se vi sono, Dio mi vuole custodire in essa”.
Francesca Bonadonna