Pavithra, una brahmina indù che si converte al cattolicesimo: “Senza Cristo non siamo nulla” –

Mumbai (AsiaNews) – Commercialista, 25 anni, Pavithra Subramaniyan Iyer proviene da una famiglia colta e benestante della casta più alta. Ad AsiaNews racconta il suo percorso di fede: le prime volte in chiesa da bambina con la madre e il fidanzamento con un giovane cristiano. Ora vuole “diventare un esempio per gli altri, senza mai dimenticare che sto abbracciando Gesù e i suoi insegnamenti”. Riceverà il battesimo durante la veglia pasquale. Una “spinta naturale verso il cristianesimo”, passata attraverso una ricerca spirituale e culminata con la decisione di “seguire Cristo perché senza di lui non siamo nulla”.

Così la giovane Pavithra Subramaniyan Iyer, 25 anni, racconta ad AsiaNews come è maturata la sua decisione di convertirsi al cattolicesimo. Nata in una famiglia indù di casta brahmina influente e istruita, la ragazza è figlia unica e lavora come commercialista. Suo padre è banchiere e la madre una professoressa universitaria di economia. Di seguito, la storia di Pavithra. (Traduzione a cura di AsiaNews)

“Sin dalla mia infanzia ho sempre sentito una grande spinta verso il cristianesimo, e Dio mi ha chiamato a Lui. Ora, insieme il mio fidanzato, posso esaudire i desideri del mio cuore. Non avrei mai immaginato come gli eventi hanno cambiato me e la mia vita, da quando ho detto ai miei genitori di voler abbracciare la fede cattolica. Non hanno avuto obiezioni, ed entrambi saranno presenti al mio battesimo, il giorno della veglia di Pasqua, per condividere la mia gioia.

All’epoca attraversavo una fase di ricerca spirituale e avevo letto di diverse tradizioni religiose, inclusa quella cristiana. Avevo capito che Dio era una sorta di figura paterna, ma non sapevo che Gesù Cristo fosse Suo figlio, miracolosamente concepito e nato da una vergine. Ma sapevo che Gesù era risorto dalla morte dopo essere stato crocifisso.

Mia madre è stata educata in una scuola cattolica, crede in Gesù Cristo, e sa tutto della sua vita e del suo insegnamento. Mi portava con lei in chiesa e alla novena di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso a Mahim: è da lei che ho preso questa abitudine ad andare in chiesa. Quando entravo in questo luogo ho sempre provato un senso di pace. Quasi ogni anno celebravamo Natale – io ricevevo regali e vestiti nuovi – e organizzavamo un bel pranzo a casa per Pasqua.

Non avevo idea che Lui avesse un piano per me, che ci fosse un disegno già delineato. Il Signore mi ha mandato degli angeli perché si prendessero cura di me, mi guidassero e mostrassero la strada, in cui ogni cosa aveva un suo posto.

Poi ho conosciuto questo ragazzo cristiano: è diventato il mio migliore amico, e ora è il mio fidanzato. Mi ha sostenuto e mi sostiene tutt’ora in ogni momento della vita, triste o gioioso che sia. Sua madre mi ha spiegato l’importanza di Cristo nelle nostre vite. “Senza di Lui – mi diceva – non siamo niente. Ogni cosa che abbiamo ottenuto è giunta attraverso di Lui, e la ragione per cui siamo vivi è Lui”. La sua fede è davvero forte, e mi ha spinto a seguirla.

Ho deciso di seguire Cristo. In breve tempo mi sono rivolta al centro pastorale diocesano e ho conosciuto p. Terrence. Egli mi ha dato del tempo per riflettere sulla mia scelta e mi ha spiegato le conseguenze. In qualche modo pensavo che questo mi avrebbe fatto del bene, che qualcosa dentro di me mi aveva spinto a prendere questa decisione, anche se avrei potuto incontrare problemi, proprio come accadde a Mosè o a Jonah.

Le opere di Dio sono meravigliose, Egli mi ha mandato un gruppo di angeli – i miei catechisti Zita, Fatima, Patricia e Rose – che mi hanno insegnato e seguito. Queste persone hanno curato il seme della fede che era in me e che porterò per il resto della mia vita, e dopo oltre la morte. Il modo in cui mi parlano del Signore mi fa venire voglia di saperne sempre di più.

Non avevo idea di che tipo di “lezioni” sarebbero state, o cosa loro mi avrebbero insegnato. Avevo tante domande nella mia testa. Ricordo ancora che pioveva forte il primo giorno, quando sono entrata nella stanza e ho trovato altre persone come me che volevano abbracciare la fede cattolica. In tutta onestà, questo mi ha fatto sentire al sicuro. Abbiamo discusso, rivolto molte domande e ricevuto tante risposte, pregato insieme. Ora che si avvicina la fine di questo corso mi sento triste: vorrei che non finisse mai. Mi piace imparare cose sul Signore dai miei insegnanti e dai miei stessi compagni. Non posso immaginare di non farlo più! È diventato parte della mia vita.

Sin dall’inizio ho scoperto che Gesù è “Dio”, prima che “Figlio di Dio”; è un messia venuto a salvare il mondo, è morto per liberarci dai nostri peccati. Un sacrificio immenso per persone che vivono nel peccato come noi.

Ringrazio Dio anche per avermi fatto incontrare la mia madrina e il mio padrino, Auxelia e Tony Gonsalves, due persone amorevoli che mi sono state accanto in questo nuovo percorso della mia vita. Mi hanno fatto conoscere la parrocchia, si sono seduti e hanno pregato con me, hanno risposto ai miei dubbi. Ma, soprattutto, mi hanno aiutata a costruire un legame con Gesù, un amico che è sempre disponibile ad ascoltare e capire.

Durante questo cammino di conoscenza di Gesù, intrapreso per potermi battezzare nella mia parrocchia e convertirmi, la mia vita è cambiata. Ho iniziato a leggere la Bibbia, ad andare a messa in modo regolare, a imparare le preghiere e leggere libri sulla fede. Ma ancora più importanti sono gli effetti: le Beatitudini hanno iniziato a far parte della mia vita. Ho iniziato a vedere Cristo negli altri, e questo ha cambiato il mio modo di guardare la vita. Ora sono consapevole che i miei comportamenti hanno un effetto, e che non devo dimenticare che sto abbracciando Gesù e i suoi insegnamenti. Devo diventare un esempio per gli altri attraverso il modo in cui mi conduco. Ho passato gli esami, ho trovato lavoro 15 giorni dopo essermi laureata e ho ritrovato fiducia in me stessa.

Quando sono stata ammessa al catecumenato mi sono sentita una privilegiata, perché il parroco, la mia famiglia, i miei genitori e gli altri fedeli facevano parte del mio cammino. Sono state dette speciali preghiere di intercessione per me e sono stata accolta nella comunità con grande calore. Ho ricevuto anche la benedizione del vescovo. Non dimenticherò mai la messa celebrata quel giorno.

Mi sto avvicinando al giorno in cui diventerò cattolica, riceverò lo Spirito Santo, che mi guiderà e proteggerà per sempre. Non vedo l’ora di ricevere il corpo e il sangue di Cristo: il giorno in cui Gesù vivrà in me, come disse san Paolo, e attraverso questa forza potrò diffondere la Buona Novella al mondo!”

(Ha collaborato Nirmala Carvalho)