Convertirsi non è questione di un momento, è un impegno che dura tutta la vita. Lo ha detto Papa Francesco, presiedendo la Celebrazione penitenziale, oggi pomeriggio in Basilica Vaticana. Durante il rito, il Pontefice ha confessato alcuni fedeli: prima, egli stesso aveva scelto di confessarsi con uno dei 61 sacerdoti e penitenzieri presenti. La celebrazione ha aperto l’iniziativa quaresimale del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione “24 ore per il Signore”.
“Chi sperimenta la misericordia divina, è spinto a farsi artefice di misericordia tra gli ultimi e i poveri”. Lo ha ricordato Papa Francesco durante la Celebrazione penitenziale, in cui egli stesso – precedendo i fedeli – si è accostato ad uno dei confessionali, per ricevere il sacramento della riconciliazione:
“In questi ‘fratelli più piccoli’ Gesù ci aspetta: riceviamo misericordia e diamo misericordia. Andiamogli incontro! E celebreremo la Pasqua nella gioia di Dio”.
In Quaresima, ha infatti spiegato il Pontefice, “la Chiesa, a nome di Dio, rinnova l’appello alla conversione”. Si tratta, ha aggiunto, della “chiamata a cambiare vita”:
“Convertirsi non è questione di un momento o di un periodo dell’anno, è impegno che dura tutta la vita. Chi tra di noi può presumere di non essere peccatore? Nessuno”.
Rammentando l’apostolo Giovanni che invita a confessare i nostri peccati affinché il Signore, “fedele e giusto”, ci perdoni e purifichi “da ogni iniquità”, il Pontefice ha sottolineato due “elementi essenziali” della vita cristiana: ‘rivestirci dell’uomo nuovo’ e ‘rimanere nell’amore’.
L’uomo nuovo, creato secondo Dio, ha proseguito il Santo Padre, “nasce nel Battesimo, dove si riceve la vita stessa di Dio, che ci rende suoi figli e ci incorpora a Cristo e alla sua Chiesa”:
“Questa vita nuova permette di guardare alla realtà con occhi diversi, senza più essere distratti dalle cose che non contano e non possono durare a lungo, dalle cose che finiscono con il tempo. Per questo siamo chiamati ad abbandonare i comportamenti del peccato e fissare lo sguardo sull’essenziale”.
“L’uomo – ha aggiunto il Pontefice citando la Gaudium et spes – vale più per quello che è che per quello che ha”: questa è la differenza “tra la vita deformata dal peccato e quella illuminata della grazia”, ha detto:
“Dal cuore dell’uomo rinnovato secondo Dio provengono i comportamenti buoni: parlare sempre con verità ed evitare ogni menzogna; non rubare, ma piuttosto condividere quanto si possiede con gli altri, specialmente con chi è nel bisogno; non cedere all’ira, al rancore e alla vendetta, ma essere miti, magnanimi e pronti al perdono; non cadere nella maldicenza che rovina la buona fama delle persone, ma guardare maggiormente al lato positivo di ognuno”.
Il Santo Padre si è poi soffermato sul rimanere nell’amore:
“L’amore di Gesù Cristo dura per sempre, non avrà mai fine perché è la vita stessa di Dio. Questo amore vince il peccato e dona la forza di rialzarsi e ricominciare, perché con il perdono il cuore si rinnova e ringiovanisce”.
Il nostro Padre, ha messo in risalto Papa Francesco, “non si stanca mai di amare”; “possiamo parlare della speranza di Dio: nostro Padre ci aspetta sempre. Non solo ci lascia la porta aperta: ci aspetta”, aspetta i propri “figli”; Dio – ha detto – “non solo è all’origine dell’amore, ma in Gesù Cristo ci chiama ad imitare il suo stesso modo di amare”, ad amarci cioè “gli uni gli altri”.
“Nella misura in cui i cristiani vivono questo amore, diventano nel mondo discepoli credibili di Cristo. L’amore non può sopportare di rimanere rinchiuso in se stesso. Per sua stessa natura è aperto, si diffonde ed è fecondo, genera sempre nuovo amore”.
Papa Francesco ha quindi rammentato l’iniziativa “24 ore per il Signore” in molte diocesi del mondo: a Roma stasera e fino a notte inoltrata, in tre chiese del centro storico – Sant’Agnese in Agone, Santa Maria in Trastevere e Santissime Stimmate – sono disponibili confessori per la celebrazione individuale del sacramento della penitenza, nel contesto dell’adorazione eucaristica.
Le parole del Papa sono state per quei giovani che, nell’occasione, “si faranno missionari per proporre ad altri l’esperienza della riconciliazione con Dio”:
“A quanti incontrerete, potrete comunicare la gioia di ricevere il perdono del Padre e di ritrovare l’amicizia piena con Lui. E dire loro che nostro Padre ci aspetta, nostro Padre ci perdona e, di più, fa festa”.
Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana