Potrebbe esserci l’ombra del satanismo dietro il furto della reliquia di Papa Giovanni Paolo II custodita nel Santuario di San Pietro della Ienca, vicino l’Aquila. Sicuramente si tratta di un’azione eseguita su commissione. La reliquia – si tratta di un pezzettino di stoffa intrisa di sangue, dopo l’attentato in piazza San Pietro nel 1980 cui il Santo Padre era miracolosamente …
scampato – venne donata circa tre anni fa dall’ex segretario particolare di Giovanni Paolo II, il cardinale Stanislaw Dzuwisz, per testimoniare la presenza spirituale di Wojtyla in uno dei suoi luoghi prediletti, dove il Pontefice si era fermato spesso a meditare e ammirare il paesaggio del Gran Sasso.
I carabinieri stanno valutando tutte le piste, con una inevitabile particolare attenzione agli ambienti del «collezionismo» e del satanismo.
Il giorno del furto coincide infatti, nel calendario satanico, con l’inizio del dominio del demone Volac, evocato dal 25 al 29 gennaio. Inoltre, sempre secondo il calendario del «male», il primo febbraio si celebra il capodanno di Satana. E nella galassia degli adoratori di Satana c’è già chi collega l’evento con due episodi recenti di cronaca: il fulmine sul dito del Cristo di Rio de Janeiro e l’attacco del corvo alle colombe di Papa Francesco.
«Secondo gli adoratori del diavolo – spiega il coordinatore nazionale dell’osservatorio Antiplagio, Giovanni Panunzio, insegnante di religione – tale data rappresenta la nascita, le origini: in questa fase dell’anno il sangue e la croce diventano dunque oggetti emblematici da profanare (è stata rubata anche una piccola croce, aggiungiamo noi). Il mercato dei simulacri religiosi nelle sette sataniche è fiorente e i simboli sacri senza un particolare valore artistico, ma unici, vengono pagati anche decine di migliaia di euro».
Il furto è stato scoperto da Franca Corrieri, figlia di Pasquale, fondatore dell’associazione culturale San Pietro della Jenca. Dopo la morte del Pontefice polacco, la chiesetta è diventata il primo santuario al mondo a essergli dedicato grazie all’impegno di Pasquale Corrieri, che ha trovato le risorse per restaurala e che ha poi ottenuto vi venisse custodita una reliquia «ex sanguinis» del Beato Papa Wojtyla, che verrà canonizzato il prossimo 27 aprile.
Immediato e accorato è arrivato l’appello dell’arcivescovo de L’Aquila, Giuseppe Petrocchi, che si è rivolto direttamente agli autori «di questa deprecabile azione, perché si aprano alla luce del Vangelo e restituiscano quanto prima alla Chiesa Aquilana la reliquia del nostro Protettore, che sarà presto innalzato agli onori degli altari».
Lucia Mosca
Fonte: Vatican Insider