Il Natale bruciato. Storie di presepi presi di mira dai vandali

Negli anni passati non si era mai registrata una frequenza simile di atti vandalici contro i presepi. Dal nord al sud, in città o in piccoli comuni, il Natale italiano del 2013 è stato attraversato da gesti espliciti e ripetuti contro le rappresentazioni della Natività.

Non si tratta di un fenomeno isolato o privo di contesto, ma è riconducibile ad un generale malcostume blasfemo che vede nei simboli cristiani né più né meno che una serie di oggetti da prendere di mira. Oggetti e basta, senza nessun valore simbolico, culturale, religioso.

 

Il campionario è ricco. Ad Ancona i vandali hanno completamente distrutto il presepe con tubi di metallo. Si sono accaniti a più riprese, prima danneggiando un pastore nella notte di Natale poi, non contenti, se la sono presa nei giorni successivi contro tutti i personaggi. Le preziose statue siciliane alte 70 cm avevano anche un alto valore economico, essendo realizzate a mano con materiale di pregio. Eppure i vandali hanno pensato bene di utilizzare pezzi di grondaia per frantumare il Gesù Bambino, le pecorelle e i pastori rimanenti.

A Milano Marittima (Ravenna), a poche ore dalla sua inaugurazione, ignoti hanno scardinato dal pavimento due pecorelle, danneggiandole in “maniera seria e rilevante”. Pentiti neanche un po’, sono tornati nella notte fra il 13 e il 14 dicembre per danneggiare gravemente la Pastorella. La scultura ha riportato danni strutturali così gravi che è stato necessario rimuoverla. Secondo quanto raccontato dalla Pro Loco, l’anno scorso sono avvenuti episodi del tutto simili contro due Pastorelli che alla fine sono stati rimossi.

 

A volte ritornano anche a Vasto, in provincia di Chieti dove la statua della Madonna è stata presa a badilate (!) sul fianco sinistro, portando al distaccamento del braccio. Tutto intorno, per spregio, un forte odore di urina. Ignazio Rullo, dirigente dell’Ufficio Servizi del Comune, ha condannato l’episodio come «una bravata senza senso (…) indice del degrado morale e dell’assenza di senso civico e religioso di tanti giovani».

Mozzate le teste anche nel presepe del Villaggio Badia, in provincia di Brescia, durante la notte di Capodanno e nel presepe di Ceranova (Pavia), dove è stata spezzata in più punti la statua di Gesù Bambino e gettato sulla culla e sul fieno un liquido che potrebbe essere birra. Don Franco Tavazzi, parroco di Ceranova, ha ammesso: «in 47 anni di sacerdozio in giro per il mondo, non avevo mai assistito a un gesto del genere. Ho pianto tutta la notte». Commovente anche il gesto dei parrocchiani, che hanno raccolto i resti del Bambino, con la testa staccata e le dita di una mano rotte, li hanno ripuliti e poi deposti con delicatezza sull’altare. Tutte le statue sono state riportate all’interno della Chiesa per sicurezza.

 

E si potrebbe continuare ancora. A Urbino è stato incendiato e distrutto un presepe artistico. Le fiamme sono state spente dai Vigili del Fuoco e hanno danneggiato anche il soffitto del porticato. Lo stesso è accaduto a Foligno.

A Ello, in provincia di Lecco, il presepe è stato scambiato per un tiro a segno da prendere a sassate. Risultato: quasi tutte le statue abbattute, una è stata decapitata di netto. A Foggia, il presepe della parrocchia dell’Immacolata è stato rovinato nella notte di Natale con scritte e disegni satanisti realizzati direttamente sui personaggi, in particolare sulla Vergine Maria. Insieme a diversi pentacoli è stata trovata anche la scritta: «Satana vive». In questo caso la denuncia è arrivata anche in sordina, per evitare che degli emulatori ripetessero l’impresa.

Paradossalmente ora c’è paura anche di questo, di parlare. Di raccontare quanto succede, perché qualcuno potrebbe prendere ispirazione dal gesto blasfemo di un altro e ripeterlo, con varianti. L’ignoranza, la maleducazione e la blasfemia sono molto contagiose.

Davide Greco

 

articolo pubblicato su Corrispondenza Romana