Al Gore e il veganesimo. La sua decisione di convertirsi alle diete che rifiutano qualsiasi cibo di provenienza animale è tutta da applaudire, scrive Chris Maume sull’Independent, «ma temo proprio che non lo seguirò». La notizia della scelta alimentare dell’ex vicepresidente degli Stati Uniti in Italia non ha trovato molto seguito: lanciata da Forbes ormai una settimana fa, si spiegava che il premio Nobel per la pace e attivista green avrebbe intenzione anche di investire nella produzione e distribuzione di alimenti adatti a questa linea.
Dall’Inghilterra arriva però l’ironica reazione di un giornalista. «Sa in cosa si sta cacciando?», si chiede Maume che per 20 anni ha seguito una ferrea linea vegetariana, ma «da due anni sono caduto giù dal carro, a causa dell’irresistibile profumo di una zuppa Thai di pollo alle spezie. E dico sempre alla gente che questa è stata una delle migliori cose che abbia mai fatto».
«NON RIUSCIVO A TENERE IL PASSO». Chris non si pente di essere stato vegetariano, anzi, ammette che sia stata una delle cose migliori che abbia potuto fare, «solo che non riuscivo a tenere il passo».
Sul veganesimo butta lì qualche dubbio: negli Stati Uniti è diventato ormai una sorta di “distintivo d’onore”, visto che, oltre a Gore, a seguire questo stile di vita sono tanti vip di Hollywood, gente come Joan Jett, Brad Pitt, James Cameron, Anna Hathaway e Woody Harrelson.
Ma Al forse è diverso, «sembra motivato tanto da preoccupazioni di salute quanto dai diritti degli animali o dall’ecologia», un po’ come lo stesso Chris 20 anni fa: «Non era che non amassi la carne, anzi, il contrario».
Tutto, spiega, era cominciato passando di fianco ad un allevamento nelle Highlands, assieme alla madre. E pensare che lì si crescesse bestiame destinato puramente ad essere macellato e messo sul mercato lo ha fatto riflettere, portandolo a cambiare le proprie abitudini alimentari.
«UNA FAMIGLIA DI CARNIVORI». Ora Maume ammette che tornare sui suoi passi e mangiare carne è stata la scelta più azzeccata della sua vita. Ci scherza su: a spingerlo, il dover vivere «in una famiglia di carnivori. Troppe cosce d’agnello, lombate di manzo e fette di pancetta mangiate davanti ai miei occhi, mentre io ripiegavo su “hamburger di quorn” (alternativa alla carne mangiabile anche da vegetariani, ndr) e “vegetable kiev” (altro prodotto per chi segue queste diete, ndr), tutto buono, ma privo di quella carne. Poi è arrivata quella zuppa Thai di pollo alle spezie e ho ceduto: ora mangio carne con l’entusiasmo del riconvertito».
Ma, al di là dei racconti, Chris spiega di non capire la scelta di Al Gore di passare al veganesimo: è una dieta troppo dura. «Avevo un amico vegano, sembrava spendere le ore del giorno calcolando quante proteine aveva mangiato quel giorno, e se avesse avuto bisogno di prendere nocciole o legumi secchi per rimediare a ogni carenza».
CLINTON IL VEGAN. «Ora, io non so quale beneficio possa trarre Al Gore da questo nuovo stile di vita», chiude Maume. «Mangerà un barattolo di zuppa di lenticchie alla sera come ultima cosa prima di andare a dormire, non avendo proteine a sufficienza?
O avrà un nutrizionista personalizzato che gli fa i calcoli? Magari potrebbe chiedere qualche suggerimento al suo vecchio capo, Bill Clinton, che dice di essere vegano sebbene si permetta salmone o uova una volta alla settimana, per i bisogni di ferro e proteine.
Ah, e mangia anche il tacchino nel Giorno del Ringraziamento. Ma solo un morso».
articolo pubblicato su Tempi.it
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