Gli ex parlamentari ci costano quasi 215 milioni di euro all’ anno. Sono quasi duemila i privilegiati che hanno conquistato il vitalizio. Un vero e proprio winfor life: da 2 a6 mila euro al mese. E in moltissimi casi si aggiunge alla pensione o, addirittura, ad un altro vitalizio, ottenuto nelle Regioni. Il capitolo 10 del bilancio interno della Camera dei deputati specifica che nel 2012 l’ amministrazione di Montecitorio ha pagato assegni per 135 milioni 880 mila euro: 93 milioni e 200 mila euro di vitalizi diretti, 25 milioni e 500 mila euro di assegni di reversibilità, versati ai coniugi degli ex deputati deceduti.
La norma prevede che la moglie o il marito ancora in vita abbiano ogni mese il 60 percento del vitalizio che spetterebbe al coniuge.
Vanno aggiunti i 250 mila euro spesi dalla Camera per pensioni dirette e 150 mila per quelle di reversibilità. Il bilancio triennale prevede di impegnare più soldi nel 2013 e nel 2014, rispettivamente 138.100.000 e 139.070.000 euro. Ma non è tutto.
Anche se non sono stati più eletti, i parlamentari hanno diritto al pagamento delle spese per i trasporti. Il capitolo 20 del documento chiarisce alla voce «Rimborsi di viaggio ai deputati cessati dal mandato» che sono stati stanziati per il 2012 ben 800 mila euro.
Altrettanti sono previsti per il 2013 e per il 2014. Le regole prevedono che il parlamentare debba presentare ricevute per spese di trasporto non superiori ai 1.500 euro all’ anno. Non conta se il viaggio sia servito per attività politica o per fare una vacanza: i soldi restano quelli.
In tutto, dunque, nel 2012 Montecitorio ha speso per gli ex onorevoli 136 milioni e 680 mila euro. Qualcuno ci ha provato ad abbassare almeno la reversibilità delle pensioni d’ oro, ma non c’è stato niente da fare. Almeno per ora. Tre deputati del Pd (Michele Anzaldi, Giovanna Martelli e Davide Faraone) hanno presentato una proposta di legge per «evitare la beffa».
La norma prevede di introdurre un tetto alla reversibilità in caso di pensioni d’oro che non tengano conto dei contributi versati. Già l’allora ministro dell’ Economia Giulio Tremonti aveva ottenuto il sì alla norma che taglia la pensione della «sposa badante» nel caso il matrimonio non duri almeno dieci anni. L’ amministrazione, infatti, avrebbe valutato che sono in crescita i matrimoni tra pensionati d’ oro e giovani donne.
Così la spesa per le casse pubbliche aumenta in modo esponenziale. Il Parlamento riuscirà a mettere dei paletti? Per ora incassano tutti, parlamentari e coniugi, senza limitazioni.
Al Senato le cose non vanno meglio della Camera anche se i costi, ovviamente, sono minori. Il capitolo 1.03 del bilancio interno riferito al 2012 fai conti. Il «trattamento dei senatori cessati dal mandato» è pari a 77 milioni e 200 mila euro (inferiore di due milioni rispetto all’ anno precedente).
Rappresenta il 13,8% del bilancio di Palazzo Madama. Vanno aggiunti i «trasporti per i senatori cessati dal mandato» (capitolo 01.20.02 del bilancio): nel 2012 ben 350.600 euro (nel 2011 addirittura 900 mila euro). Dunque i quasi duemila ex di Camera e Senato ci costano precisamente 214 milioni 230 mila e 600 euro all’ anno.
Fonte: Il Tempo
articolo pubblicato da il Quintuplo