Da quando il Papa ha annunciato che il prossimo Sinodo dei vescovi sarà dedicato alla famiglia, tra vescovi e teologi è cominciata una fibrillazione davvero curiosa. Quando poi è stato inviato un questionario a tutte le diocesi del mondo per conoscere il “sentimento” di tutti i fedeli sui problemi della famiglia, allora l’eccitazione ha raggiunto il massimo, e non si contano teologi e vescovi che si sono lasciati andare a dichiarazioni quanto meno sorprendenti. Non tutti lo dicono, ma tutti pensano o auspicano che ci siano cambiamenti dottrinali a partire dalla comunione ai divorziati risposati.
Ha cominciato subito monsignor Bruno Forte, non appena nominato segretario del Sinodo («Parleremo di tutto», ha subito dichiarato, dove «tutto» sta per separati, divorziati e così via). Poi non poteva mancare monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia (in cerca di conferma visto che per questo Consiglio papa Francesco non ha ancora deciso) che, imitando malamente papa Francesco, in nome della misericordia ha invocato una sanatoria universale per chi si trova in situazioni matrimoniali difficili.
Nel frattempo, prevedendo la deriva incombente era intervenuto il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Gerhard Ludwig Muller (questo sì confermato da papa Francesco), che ha fatto pubblicare sull’Osservatore Romano la traduzione di un suo lungo articolo già pubblicato in giugno su un giornale tedesco: parliamo pure di tutto ma avendo chiari i fondamenti intoccabili della dottrina (l’indissolubilità del matrimonio è stata stabilita da Gesù e quindi non si tocca), questo il messaggio chiaro.
Poi arriva il famoso questionario e si aprono le cataratte: su tutti i giornali del mondo si annuncia che la Chiesa cattolica è pronta a cambiare la dottrina sulla famiglia, e ad assecondare questa interpretazione non possono mancare teologi e vescovi, che non aspettavano altro. Al punto che la diocesi di Friburgo, in Germania, pubblica delle linee guida per la pastorale dei divorziati risposati che si spinge fino a prevedere la possibilità dell’Eucarestia al termine di un percorso penitenziale. Nel riportare del famoso questionario, però, tutti “dimenticano” che è preceduto da un documento che lo accompagna in cui – come ha spiegato Massimo Introvigne su La Nuova BQ – nuovamente si mettono i paletti alla discussione: ci si apre alle sfide del mondo partendo da alcuni punti fermi, che il Papa individua nel Catechismo della Chiesa cattolica, nella esortazione apostolica Familiaris Consortio e nell’enciclica di Paolo VI Humanae Vitae.
l’articolo continua su La Nuova Bussola Quotidiana