Ormai le apparizioni di Medjugorje sono note a tutti e non riguardano più solo qualche migliaio di pionieri che a proprio rischio e pericolo, con un silenzioso passaparola, dal 1981 in avanti sono diventate le decine di milioni di visitatori, ormai ben organizzati, che ad oggi si contano. Ma, da quando il ‘fenomeno Medjugorje’ – come viene definito – è approdato sui media, il pellegrino ‘chiamato’ lì dalla Gospa ne conosce solo le conversioni, le vocazioni religiose, le guarigioni e le polemiche. Non è poco, ma c’è molto altro da sapere.
E’ proprio di questi giorni la notizia che il nunzio apostolico negli U.S.A., Mons. Carlo Maria Viganò, a nome e per conto di Mons. Gerhard Müller, Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, in una lettera a Romny Jenkins, segretario generale della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, ha chiesto che i Vescovi impediscano gli incontri pubblici con il veggente Ivan Dragicevic. E questo, seppure se non se ne fa menzione, per analogia dovrebbe valere anche per gli altri testimoni di Medjugorje.
Tale direttiva, è scritto nella lettera, è in osservanza alla dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991, in cui i Vescovi della ex Repubblica Jugoslava asserirono: “Sulla base delle ricerche che sono state eseguite, non è possibile affermare che ci siano state apparizioni o rivelazioni soprannaturali.” Da ciò “deriva che i chierici e i fedeli non possono partecipare ad incontri, conferenze, o celebrazioni pubbliche in cui la credibilità di queste ‘apparizioni’ venga data per certa”.
Non si vuole qui entrare in polemica con chi ha ritenuto di prendere tale decisione, ma va rilevato che la Conferenza episcopale che si espresse a Zara e la Repubblica della Jugoslavia non esistono più, mentre oggi è in corso un’indagine della Santa Sede, istituita nel 2010 dal Papa emerito Benedetto XVI, citata anche nella lettera di Mons. Viganò.
Superficialmente può sembrare che tutti gli avvenimenti che in qualche modo riguardano Medjugorje siano scollegati uno dall’altro, ma non è così.
Infatti in un altro articolo abbiamo scritto che “le apparizioni della SS. Vergine, quelle giudicate vere dalla Chiesa Cattolica, non sono mai casuali, ma si inseriscono in una logica di interventi della Divina Provvidenza nella storia dell’umanità, disegno che conosce solo il Signore e la cui interezza è spesso ignota persino agli stessi Ministri di Dio che pure le approvano” (cfr. Le apparizioni della Madonna e la storia d’Europa).
Anche le apparizioni di Medjugorje rientrano a pieno titolo fra quelle provvidenziali, non solo per l’Europa ma per l’intera umanità. E ciò non soltanto per i miracoli di conversione e di guarigione che sono visibili a tutti, ma perché attengono ad un disegno misterioso di Dio di cui lo scrittore Antonio Socci, con il suo magistrale libro “Mistero Medjugorje”, ha messo in chiaro la trama fin qui svolta.
In un momento di disorientamento per quanti credono che veramente la S. Vergine appaia in uno sperduto villaggio della Bosnia Erzegovina proponiamo questo capolavoro di sintesi giornalistica, di approfondimenti su un avvenimento eccezionale per la fede di milioni di persone, di indagini documentate e di verifiche su fatti, persone e circostanze.
Il libro di Socci, di facile lettura anche per chi non sia avvezzo alla saggistica, è avvincente come un romanzo nello svelare quale sia l’intera verità di Medjugorje, quali stupefacenti conseguenze abbia prodotto finora nella storia del mondo e quali potrebbero essere quelle future.
Ma il maggior pregio di “Mistero Medjugorje” consiste, sia sul piano della fede personale sia su quello della realtà storica, nell’infondere la certezza che, nonostante le apparenze, Dio non ha abbandonato il Suo popolo e Maria è veramente scesa tra noi.
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