L’immagine del Buon Pastore sia il modello per chi serve la giustizia nella Chiesa. È l’auspicio col quale Papa Francesco ha concluso il suo discorso agli oltre 50 membri del supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, ricevuti ieri mattina in udienza.
In particolare, il Papa ha offerto alcune considerazioni in tema di nullità matrimoniale e sul ruolo che al suo interno svolge il cosiddetto “Difensore del vincolo”.
Chi amministra la giustizia nella Chiesa non può farlo con l’indifferenza di un passacarte. Soprattutto se l’argomento del confronto giuridico e processuale tocca aspetti delicati come avviene nei casi di nullità del vincolo matrimoniale.
Con i membri del Tribunale della Segnatura Apostolica, Papa Francesco si sofferma sul “Difensore del vincolo”, figura cui è attribuita, sottolinea, una “funzione importante” nei processi canonici di nullità. Il servizio svolto dal Difensore del vincolo è anche oggetto di dibattito alla plenaria in corso della Suprema corte vaticana e Papa Francesco ha apprezzato l’attenzione posta al tema:
“L’attenzione rivolta al ministero del Difensore del vincolo è senz’altro opportuna, perché la sua presenza e il suo intervento sono obbligatori per tutto lo sviluppo del processo. Allo stesso modo è previsto che egli debba proporre ogni genere di prove, di eccezioni, ricorsi ed appelli che, nel rispetto della verità, favoriscano la difesa del vincolo”.
Di questi aspetti, ricorda il Papa, tratta anche l’Istruzione Dignitas connubii, documento della Segnatura Apostolica che contiene norme processuali e che, nella fattispecie, descrive il ruolo esercitato dal Difensore del vincolo nelle cause di nullità per incapacità psichica, “che in alcuni Tribunali costituiscono il capo unico di nullità”. Dunque, afferma Papa Francesco:
“…il Difensore del vincolo che vuole rendere un buon servizio non può limitarsi ad una frettolosa lettura degli atti, né a risposte burocratiche e generiche. Nel suo delicato compito, egli è chiamato a cercare di armonizzare le prescrizioni del Codice di Diritto Canonico con le concrete situazioni della Chiesa e della società”.
Inoltre, chiarisce Papa Francesco, tra Difensore del vincolo matrimoniale e il giudice che dovrà risolvere la causa deve correre un rapporto di “rispettoso e attento dialogo”.
Il compito del primo, afferma, “non prevarica quello del giudice”, mentre questi anzi può “trovare nell’accurata opera di colui che difende il vincolo matrimoniale un aiuto alla propria attività”.
Ciò per il Papa riflette in senso ampio anche la responsabilità e lo stile che deve caratterizzare coloro che amministrano la giustizia ecclesiale, specialmente – nota – quando dei fedeli “fiduciosi richiedono di chiarire autorevolmente il proprio status”:
“Pertanto, bisogna sempre tenere vivo il raccordo tra l’azione della Chiesa che evangelizza e l’azione della Chiesa che amministra la giustizia. Il servizio alla giustizia è un impegno di vita apostolica: esso richiede di essere esercitato tenendo fisso lo sguardo all’icona del Buon Pastore, che si piega verso la pecorella smarrita e ferita”.
Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana