«Meschinità», «menzogne», «calunnie», «favole e leggende sulla vita della Chiesa», «volontà di divisione che viene dal maligno». Risponde, il cardinale Tarcisio Bertone, a un’intervista del settimanale «Famiglia Cristiana» — firmata dal direttore Antonio Sciortino e da Saverio Gaeta — e replica in questo modo alle tante illazioni che da settimane imperversano sulla stampa italiana.
«Molti giornalisti — ironizza il porporato sulle pagine del settimanale paolino, in edicola giovedì 21 giugno — giocano a fare l’imitazione di Dan Brown. Si continua a inventare favole o a riproporre leggende ». La verità «è che c’è una volontà di divisione che viene dal maligno» e investe la Chiesa. In un tentativo destinato a fallire perché «essa ha una capacità di autorigenerazione che altre istituzioni e persone non hanno». La Chiesa è «una roccia che resiste alle burrasche.
E un punto di riferimento inequivocabile per innumerevoli persone e istituzioni in tutto il mondo. Per questo si cerca di destabilizzarla. E frantumare questa roccia, questa istituzione bimillenaria, che continua a svolgere la propria missione di annuncio, di riconciliazione, di giustizia, di unità, di solidarietà».
Certo — ammette il cardinale — «ci troviamo in un momento faticoso. Nessuno di noi intende nascondere le ombre e i difetti della Chiesa». Il Papa stesso, sin da quando era cardinale, continua a esortare alla conversione di vita e alla purificazione. E a maggior ragione ha ora «provato dolore non soltanto per il tradimento di una persona di famiglia e perché sono stati trafugati dei documenti, ma anche perché la normale e legittima dialettica che deve esistere nella Chiesa assume il volto di una contrapposizione che sembra voler dividere tra amici e nemici».
Anche a nome degli altri più stretti collaboratori del Pontefice il porporato ribadisce la convinzione che «l’unità intorno al Papa è fondamentale», anche se — sottolinea, citando l’intervista rilasciata dal cardinale decano Angelo Sodano al nostro giornale — «è logico che, discutendo nelle varie riunioni, ci possa essere diversità di opinioni».
Del resto «la dialettica del confronto è una tradizione della Chiesa sin dal tempo degli apostoli, che certamente non si tiravano indietro nel sostenere le proprie idee. Senza, tuttavia, sbranarsi a vicenda ma riconoscendo sempre il primato di Pietro » .
Riferendosi in particolare alla pubblicazione di documenti riservati, il segretario di Stato ribadisce non solo la violazione del diritto alla privacy sancito dalla Costituzione italiana, ma avanza riserve sul fatto che in ciò possa verificarsi l’ipotesi del diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. Fa poi notare come, oltretutto, gli stessi media non italiani fatichino a comprendere la veemenza di certi giornali italiani. Secondo il cardinale Bertone «la distanza permette una maggiore valutazione della prospettiva» e la diffusione di corrispondenza privata del Papa viene giudicata «un atto immorale di inaudita gravità».
Quanto alle recenti vicende che hanno riguardato l’Istituto per le Opere di Religione (Ior), il segretario di Stato afferma che l’allontanamento di Ettore Gotti Tedeschi «non si deve a dubbi interni riguardo alla volontà di trasparenza, ma piuttosto al deterioramento dei rapporti tra i consiglieri, a motivo di prese di posizione non condivise». Da parte sua il cardinale rinnova «la piena fiducia nei responsabili dello Ior» e invita «a condividere questa fiducia poiché la volontà di trasparenza dell’Ior è innegabile».
Riferendosi infine al suo personale stato d’animo, anche per essersi trovato «al centro della mischia», Bertone ammette di vivere «queste vicende con dolore» soprattutto perché si avverte il «tentativo accanito e ripetuto» di «creare divisione tra il Santo Padre e i suoi collaboratori. E tra gli stessi collaboratori.
Fonte: L’Osservatore Romano, lunedì-martedì 18-19 giugno 2012