Città del Vaticano, 6 settembre 2013 (VIS). Nella giornata di ieri, 5 settembre, in Vaticano, l’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, ha avuto un incontro con gli Ambasciatori presso la Santa Sede nel corso del quale ha espresso la sollecitudine del Santo Padre e del Vaticano per la pace nel mondo con speciale attenzione al Medio Oriente e in particolare alla Siria.
Il Presule ha ricordato che il Santo Padre si è espresso pubblicamente in più occasioni contro il conflitto in Siria che finora ha provocato più di 110.000 morti, innumerevoli feriti, più di 4 milioni di sfollati interni e più di due milioni di rifugiati nei Paesi vicini. “Davanti a fatti simili – ha detto l’Arcivescovo Mamberti – non si può tacere, e la Santa Sede auspica che le istituzioni competenti facciano chiarezza e che i responsabili rendano conto alla giustizia”.
“Di fronte a questa tragica situazione si rivela assolutamente prioritario – ha ribadito l’Arcivescovo Mamberti – far cessare la violenza (…) All’appello alle parti di non chiudersi nei propri interessi ma di intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione, si aggiunge quello alla Comunità Internazionale a fare ogni sforzo per promuovere, senza ulteriore indugio, iniziative chiare per la pace in quella Nazione, basate sempre sul dialogo e sul negoziato”.
“Si rivela di somma importanza – ha aggiunto l’Arcivescovo Mamberti – richiamare l’esigenza e l’urgenza del rispetto del diritto umanitario. Si rivela, altresì, urgente l’assistenza umanitaria a gran parte della popolazione e in questo aspetto ringrazio la generosità di tanti dei vostri Governi a favore della popolazione siriana sofferente”.
Nel ricordare che “La Chiesa cattolica da parte sua è impegnata in prima linea con tutti i mezzi a sua disposizione nell’assistenza umanitaria alla popolazione, cristiana e non”, l’Arcivescovo Mamberti ha menzionato “alcuni elementi che la Santa Sede considera importanti per un eventuale piano per il futuro della Siria”.
“È innanzitutto indispensabile adoperarsi per il ripristino del dialogo fra le parti e per la riconciliazione del popolo siriano. Occorre poi preservare l’unità del Paese, evitando la costituzione di zone diverse per le varie componenti della società. Infine, occorre garantire, accanto all’unità del Paese anche la sua integrità territoriale”. Tali sono i principi generali che dovrebbero orientare la ricerca di una giusta soluzione al conflitto.
Il Segretario per i Rapporti con gli Stati non ha mancato di sottolineare l’importanza di “chiedere a tutti i gruppi – in particolare a quelli che mirano a ricoprire posti di responsabilità nel Paese – di offrire garanzie che nella Siria di domani ci sarà posto per tutti, anche e in particolare per le minoranze, inclusi i cristiani. (…)
Non può essere dimenticata l’importanza del rispetto dei diritti umani e, in particolare, di quello della libertà religiosa. Parimenti, è importante tenere come riferimento il concetto di cittadinanza, in base al quale tutti, indipendentemente dall’appartenenza etnica e religiosa, sono alla stessa stregua cittadini di pari dignità, con eguali diritti e doveri”.
“Infine – ha concluso l’Arcivescovo Mamberti – è causa di particolare preoccupazione la presenza crescente in Siria di gruppi estremisti, spesso provenienti da altri Paesi. Da qui la rilevanza di esortare la popolazione e anche i gruppi di opposizione a prendere le distanze da tali estremisti, di isolarli e di opporsi apertamente e chiaramente al terrorismo” .
Fonte: Vatican Information Service