Avrà pure incontrato tante critiche in Laguna la proposta della consigliera del Comune di Venezia Camilla Seibezzi: la delegata ai “Diritti Civili e alle Politiche contro le discriminazioni” ha fatto parlare di sé per la proposta di togliere dai moduli d’iscrizione ad asili e scuole la denominazione “padre” e “madre” per lasciare invece spazio a “genitore 1” e “genitore 2”.
Una benedizione però l’ha ricevuta: è quella del ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, due giorni fa proprio a Venezia per la presentazione al Festival del Cinema di un documentario dedicato all’integrazione e allo “ius soli”.
“PADRE” E “MADRE” SONO OBSOLETI. «Mi sono sempre battuta per le pari opportunità, se questa è una proposta che le rafforza, mi trova d’accordo», è stata la risposta del ministro a chi le chiedeva un suo parere sull’idea della Seibezzi.
È «obsoleto» (questo l’aggettivo usato dalla consigliera) continuare a rifarsi a quella denominazione così vetusta e stereotipata, giusto cambiare sulla scia di quanto accade in altri Paesi europei.
La Kyenge si schiera così a fianco della Seibezzi, sebbene quest’ultima sia già messa alle strette in consiglio comunale a pochi giorni della sua nomina a “delegata anti-discriminazione”: alla sua uscita sulle diciture “genitore 1 e 2″ era stato lo stesso sindaco Orsoni a dichiararsi sorpreso, dicendo di «cadere dalle nuvole» e chiosando poi con fermezza che la sua delegata «parte male».
articolo pubblicato su Tempi.it