Il Papa oggi, in un tweet, eleva questa preghiera a Dio: “Signore, insegnaci a uscire da noi stessi. Insegnaci a uscire nelle strade e manifestare il tuo amore”. Si tratta di un tema, quello dell’esodo da se stessi, molto caro a Papa Francesco. “Entrare sempre più nella logica di Dio” significa uscire da se stessi: è quanto Papa Francesco ha detto sin dalla sua prima udienza generale.
E’ la logica del Vangelo, la logica dell’amore:
“Uscire da se stessi, da un modo di vivere la fede stanco e abitudinario, dalla tentazione di chiudersi nei propri schemi che finiscono per chiudere l’orizzonte dell’azione creativa di Dio. Dio è uscito da se stesso per venire in mezzo a noi, ha posto la sua tenda tra noi per portarci la sua misericordia che salva e dona speranza.
Anche noi, se vogliamo seguirlo e rimanere con Lui, non dobbiamo accontentarci di restare nel recinto delle novantanove pecore, dobbiamo ‘uscire’, cercare con Lui la pecorella smarrita, quella più lontana.
Ricordate bene: uscire da noi, come Gesù, come Dio è uscito da se stesso in Gesù e Gesù è uscito da se stesso per tutti noi”. (Udienza generale, 27 marzo 2013)
Il Papa parla di un doppio esodo: amare Dio, attraverso le piaghe di Gesù, e amare il prossimo, attraverso le piaghe dei più sofferenti:
“Se noi non riusciamo ad uscire da noi stessi verso il fratello bisognoso, verso il malato, l’ignorante, il povero, lo sfruttato, se noi non riusciamo a fare questa uscita da noi stessi verso quelle piaghe, non impareremo mai la libertà che ci porta nell’altra uscita da noi stessi, verso le piaghe di Gesù.
Ci sono due uscite da noi stessi: una verso le piaghe di Gesù, l’altra verso le piaghe dei nostri fratelli e sorelle”. (Omelia a Santa Marta, 11 maggio 2013)
E’ necessario aprire le porte delle nostre Chiese – spiega il Papa – e “uscire incontro agli altri, farci noi vicini per portare la luce e la gioia della nostra fede”. E fare questo “con amore e con la tenerezza di Dio, nel rispetto e nella pazienza, sapendo che noi mettiamo le nostre mani, i nostri piedi, il nostro cuore, ma poi è Dio che li guida e rende feconda ogni nostra azione”.
Ed è proprio la vocazione a “uscire da se stesso” che ha spinto il giovane Bergoglio a diventare Gesuita, come ha confessato lui stesso agli studenti delle Scuole delle Compagnia di Gesù:
“Quello che mi ha dato tanta forza per diventare Gesuita è la missionarietà: andare fuori, andare alle missioni ad annunziare Gesù Cristo. Credo che questo sia proprio della nostra spiritualità: andare fuori, uscire, uscire sempre per annunziare Gesù Cristo, e non rimanere un po’ chiusi nelle nostre strutture, tante volte strutture caduche. E’ quello che mi ha mosso”. (Discorso alle Scuole dei Gesuiti, 7 giugno 2013)
Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana