Semplice e familiare è stato il pranzo del Papa con 12 giovani dei vari continenti presso l’arcivescovado di Rio. I ragazzi hanno raccontato la loro esperienza durante il briefing con i giornalisti. I ragazzi hanno parlato di un’esperienza unica.
Paula, colombiana, che nell’occasione ha fatto l’interprete, ha detto che è stato un grande regalo questa cena col Papa e che ha sentito un’accoglienza fantastica: “Eravamo tutti nervosi”, ma poi l’atmosfera si è sciolta ed è stata molto familiare.
Il Papa – ha detto – ci ha invitato a donarci agli altri, perché solo donandosi si trova la speranza. Ci ha esortato a vivere in comunità, a non essere isole. Dio ci ama con amore speciale – ha affermato – e la nostra missione è amare gli altri.
Il Pontefice ha detto che c’è un mondo che ha una visione economicistica: bisogna recuperare invece una visione umanistica della realtà. Ha ribadito che il lavoro dà dignità all’uomo. E ci ha invitato tutti ad avere un padre spirituale: “Anche il Papa ha un confessore – ha detto – che conosce la sua anima e lo accompagna nel cammino della vita”.
Anche Paulina, russa, ha raccontato la sua emozione: era così grande che ha perso la voce. Ora sente una grande responsabilità: il Papa le ha trasmesso tanta fede, tanta energia, speranza e gioia che ora ha il bisogno di trasmettere tutti questi doni agli altri.
Infine, il neozelandese Tompson ha detto che quando ha ricevuto la mail con l’invito a cena dal Papa è rimasto scioccato. Papa Francesco gli ha detto che Cristo vive nel presente e li ha invitati a essere testimoni viventi di Gesù. Come? Anche nelle piccole cose, ma fatte con grande amore.
Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana