Il percorso di conversione cristiana può essere metaforicamente rappresentato dall’immagine del piede, giacché del cammino umano costituisce strumento essenziale. Non è dunque da ritenere un caso che colei che per tradizione è chiamata la «grande convertita», Santa Maria Maddalena, sia una figura inscindibilmente legata a questa parte del corpo.
Negli episodi evangelici di cui la santa è protagonista, infatti, il piede viene più volte menzionato espressamente o se ne fa almeno allusione.
Secondo alcune interpretazioni, sarebbe lei, Maria Maddalena – la cui memoria liturgica si festeggia il 22 luglio – la peccatrice del Vangelo di Luca che a casa di Simone il Fariseo, situata a Naim, in Galilea, si prostra ai piedi di Gesù con una scatola di unguento, «e iniziò a lavare i suoi piedi, e li pulì con i capelli della sua testa, e baciò i suoi piedi, e li unse con l’unguento» (Lc 7,38).
È ancora lei che il Venerdì Santo, insieme a Maria madre di Gesù e a Maria di Cleofa, sale sul Calvario e si posiziona «presso la croce di Gesù» (Gv 19,25). Ai piedi del Crocifisso, per l’appunto.
Di nuovo le Scritture narrano che Maria di Màgdala è una delle donne che, «nel giorno dopo il sabato», si recano nel luogo in cui era stato riposto il corpo di Gesù, al sepolcro, laddove un angelo annuncia loro che «Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto» (Mc 16,6). Mentre le donne si allontanano per andare ad annunciare ai discepoli quanto accaduto, appare quindi Gesù, il quale le salutò. «Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e l’adorarono» (Mc 16,9).
Pertanto, questo legame di ascendenza simbolica molto profonda spiega il motivo per cui, nel corso dei secoli, il piede della santa (o meglio, un suo frammento osseo) sia stato oggetto di venerazione da parte dei fedeli.
Il primo piede – come si riferisce – a essere entrato nel sepolcro di Cristo risorto (1). Quella del rapporto tra i fedeli e il piede di Santa Maria Maddalena è d’altronde una storia antica. Per secoli, inginocchiarsi a pregare innanzi ad esso ha costituito per i pellegrini diretti alla tomba di San Pietro l’ultima tappa del loro cammino lungo la via Francigena. La reliquia si trovava in una piccola cappella all’ingresso di Ponte Sant’Angelo.
E lì rimase per lungo tempo, fino a quando, durante il Rinascimento, venne commissionato a Benvenuto Cellini di realizzare il reliquiario argenteo che ancora oggi custodisce il frammento osseo. Una volta sistemata la reliquia nel suo nuovo ed elegante contenitore, venne anche spostata presso un altro non distante luogo, ossia nella chiesa di San Giovanni de’ Fiorentini.
Qui, tuttavia, come spesso accade agli oggetti preziosi, la reliquia è gradualmente scivolata in un dimenticatoio dal quale soltanto nel 2000, in occasione dell’ultimo Giubileo, è stata sottratta. Nel 2001, quindi, è stata portata nel Museo dei Fiorentini, all’interno della Basilica.
Nel maggio 2012, l’ultimo viaggio in ordine di tempo. Il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna e titolare della Basilica di San Giovanni dei Fiorentini, ha presieduto una solenne traslazione del prezioso frammento osseo, con intronizzazione nella cappella che porta il nome della santa, al fondo della navata sinistra della chiesa. È così che ha potuto riacquistare il ruolo per il quale era giunta a Roma: offrirsi alla venerazione dei pellegrini prima che essi giungano a San Pietro.
Questo spostamento al cospetto dei pellegrini restituisce a Maria Maddalena la sua dignità di santa della Chiesa con una storia dall’alto valore pedagogico (2). Dignità che una certa letteratura fantastica, negli ultimi anni, ha provato a violare. Costretta a vestire i panni da protagonista di libri stravaganti, persino a diventare moglie (o amante) di Gesù, depositaria di conoscenze esoteriche e primigenia di una linea di sangue “regale”, Maria Maddalena è ora tornata a far parlare di sé nella giusta prospettiva.
La basilica di San Giovanni de’ Fiorentini mette a disposizione di tutti i fedeli, non solo dei pellegrini francigeni, l’opportunità di avvicinarsi alla reliquia della santa per conoscere e venerare come merita colei che è, appunto, la «grande convertita», la prima persona a “mettere piede” nel sepolcro di Cristo risorto e «ad annunciare ai discepoli che aveva visto il Signore» (Gv 20,18).
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NOTE
(1) cfr. Roma accoglie i pellegrini francigeni
(2) «La storia di Maria di Màgdala richiama a tutti una verità fondamentale: discepolo di Cristo è chi, nell’esperienza dell’umana debolezza, ha avuto l’umiltà di chiedergli aiuto, è stato da Lui guarito e si è messo a seguirLo da vicino, diventando testimone della potenza del suo amore misericordioso, più forte del peccato e della morte». Benedetto XVI, Angelus del 23 luglio 2006 a Les Combes (Introd) – Valle d’Aosta.
Federico Cenci
Fonte: Zenit.org