Con la firma della regina Elisabetta II annunciata oggi dallo speaker della Camera di comuni John Bercow, il matrimonio gay è ufficialmente e definitivamente legale in Inghilterra e Galles. Secondo l’agenzia Ap, le prime cerimonie (che potranno essere sia civili che religiose, secondo la norma fortemente voluta dal premier conservatore David Cameron) saranno celebrate nella prossima estate.
ALTRO CHE FORMALITÀ. L’approvazione della regina era attesa come una semplice formalità da tutti. O meglio, quasi tutti. L’ex vescovo anglicano di Rochester Michael Nazir-Ali, infatti, poco più di un mese fa ha sostenuto al contrario che la regina non avrebbe potuto firmare il cosiddetto “Marriage (Same Sex Couples) Bill”, dal momento che il sovrano del Regno Unito è anche capo della Chiesa anglicana, e sessant’anni fa, giurando da regina, Elisabetta si è solennemente impegnata a «sostenere le leggi di Dio».
IL GIURAMENTO. Secondo Nazir-Ali, che è anglicano ma anche un grande ammiratore di Benedetto XVI, «l’idea di una monarchia costituzionale deriva dalla Bibbia. Ai cristiani viene chiesto di obbedire ai governanti, fino a quando questi non gli chiedono di fare qualcosa che Dio proibisce. Fortunatamente, in questo paese abbiamo una monarchia che giura di sostenere le leggi di Dio. L’attuale regina è stata fedele al suo giuramento per anni. Preghiamo che continui a esserlo». Il religioso ha anche espresso la speranza «che il primo ministro e i ministri anglicani non mettano la regina nella posizione di essere costretta a scegliere se violare o meno il suo giuramento». Ma evidentemente Nazir-Ali non è stato ascoltato.
articolo pubblicato su Tempi.it