Una giornata di incontro con i cittadini di Castel Gandolfo ma anche un momento per esprimere gratitudine ai dipendenti delle Ville Pontificie. Così Papa Francesco ha spiegato il motivo della sua visita nella cittadina laziale, iniziata stamani alle 9.30 nel cortile del Palazzo Pontificio dove ha incontrato le autorità religiose e cittadine.
E’ una domenica d’estate calda e afosa ma i cittadini di Castel Gandolfo, armati di cappellini e ombrelli per ripararsi dal sole, hanno voluto ugualmente essere presenti in Piazza della Libertà per salutare Papa Francesco.
Per la seconda volta dall’inizio del suo Pontificato, il Papa è giunto nella cittadina laziale: la prima volta aveva fatto visita a Benedetto XVI. Qui, nel cortile del Palazzo Pontificio, il breve saluto alla presenza di un centinaio di persone:
“Sono venuto qui per trascorrere una giornata di incontro con i cittadini di Castel Gandolfo, con i pellegrini e tutti i visitatori, che giustamente amano questo luogo, sono incantati dalla sua bellezza, vi trovano un momento di distensione….
Ma sono venuto anche per esprimere a voi, che lavorate in queste Ville Pontificie, la mia gratitudine per la vostra preziosa opera. E con voi saluto e ringrazio le vostre famiglie, che in qualche modo partecipano del vostro servizio alla Santa Sede.
Un pensiero affettuoso il Papa lo ha rivolto alla comunità parrocchiale di Castel Gandolfo, alle comunità religiose presenti e all’intera diocesi di Albano che ha esortato “a rinnovare con gioia e con entusiasmo l’impegno di annuncio e testimonianza del Vangelo”. Nel suo cuore poi l’intera popolazione di Castel Gandolfo:
“…che incoraggio ad essere segno di speranza e di pace, attenta sempre alle persone e alle famiglie più in difficoltà. E questo è importante! Noi dobbiamo sempre essere segno di speranza e di pace in questo momento. Aprire le porte alla speranza, affinché la speranza vada avanti, e operare la pace, sempre!”.
Nel suo indirizzo di saluto, Papa Francesco ha poi voluto ricordare i suoi predecessori, il Beato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che hanno amato trascorrere parte del periodo estivo nella residenza pontificia:
“Tanti di voi hanno potuto incontrarli e accoglierli, conservandone un caro ricordo. La loro testimonianza vi sia sempre di incoraggiamento nella fedeltà quotidiana a Cristo e nel continuo sforzo per condurre una vita coerente con le esigenze del Vangelo e gli insegnamenti della Chiesa”.
Al termine l’invocazione alla Vergine Maria e la richiesta affettuosa e sincera:
“La Madonna vegli sempre su di voi e sulle vostre famiglie! Anche voi pregate per me – ne ho bisogno – e per il mio servizio alla Chiesa. Rinnovo a ciascuno la mia gratitudine e vi benedico di cuore. Grazie!”.
Subito dopo la benedizione, il Papa ha salutato tutti personalmente ed ha visitato il Palazzo Pontificio prima della preghiera mariana dell’Angelus.
“Le vogliamo bene”: ha più volte ripetuto nel suo indirizzo di saluto mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano. Il presule ha anche ricordato Paolo VI che amava definire l’antica Chiesa di Albano come “ghirlanda intorno alla Sede del Principe degli Apostoli”. Infine mons. Semeraro ha fatto accenno al recente viaggio di Papa Francesco a Lampedusa, “dove è andato – ha detto – per toccare la carne di Cristo”.
A ricordare la tappa sull’isola anche Saverio Petrillo, direttore delle Ville Pontificie, che ha ringraziato per “aver risvegliato le nostre coscienze intorpidite”.
Nell’augurare la “buona riuscita” della prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, in programma dal 22 al 28 luglio, Petrillo ha portato al Papa “i sentimenti di devozione e di fedele attaccamento” dei 55 dipendenti delle Ville tra tecnici, giardinieri e addetti all’agricoltura.
Parole cariche di emozioni quelle del sindaco di Castel Gandolfo, Milvia Monachesi, che ha ricordato il profondo legame e la tradizione secolare che unisce la cittadina laziale e la figura del Papa.
Cronaca di Benedetta Capelli.
Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana